Page 327 - Il mercante d'arte di Hitler
P. 327
i più grossi vantaggi commerciali ed economici». Imputa a lui
inoltre rapporti con «pezzi grossi del partito» e «comportamenti
negativi verso gli ebrei».
Come immediata conseguenza, per prima cosa, Gurlitt si vede
ritirata la “scheda di esonero” da poco consegnatagli, con la
17
quale soltanto può assumere nuovi incarichi . La situazione è
delicata, perché Gurlitt ha appena ricevuto la nomina a nuovo
direttore del Kunstverein di Renania e Vestfalia a Düsseldorf e
senza quella sua certificazione formato cartolina, il cosiddetto
“foglio bianco”, non può occupare il nuovo ufficio. E si ritrova
così ora a doversi giustificare su due fronti: con il nuovo
tribunale speciale giudicante il suo caso e con i referenti del suo
futuro posto di lavoro, come Kurt Forberg, il tesoriere del Kunst
verein di Düsseldorf e contitolare dell’istituto bancario
Trinkhaus locale. Gurlitt, dal canto suo, spiega gli inaspettati
attacchi contro la sua persona con il rancore che Inge Hertmann
avrebbe nei suoi confronti, per aver rifiutato nel ’45 di aprire ad
Amburgo un nuovo negozio di arte insieme a lei. «È una povera
isterica, cui prima le cose andavano a meraviglia e che ora è
andata in rovina», così Gurlitt a Kurt Forberg. «Quando
lavorava da me, la potevo pagare bene, e le davo ancora tre
quarti dello stipendio di un anno, quando già non stavo più ad
Amburgo, e ora vorrebbe fosse sempre così. Un’immagine triste
18
davvero» .
L’idea che sia lui stesso a risvegliare un’immagine triste di
quel suo periodo, invece, non lo sfiora neppure. Ciò che più lo
preoccupa invece è il suo buon nome e che questo possa essere
danneggiato dalla denuncia. A Carl Georg Heise, il nuovo
direttore della Kunsthalle di Amburgo, scrive, gravido di
negativi presagi: «Mi preoccupa il fatto che mi si possa
327