Page 303 - Il mercante d'arte di Hitler
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divisione si occupa di rintracciare le collezioni d’arte, frutto del
saccheggio, stipate nei castelli, nei pagliai o nelle miniere,
riunirle nei Central Collecting Points, i centri di raccolta, e
riportare le opere rubate nei loro Paesi di origine.
Ad Aschbach gli ufficiali dell’MFAA cominciano subito a
ispezionare il deposito di beni ricoverati al castello e che sono
posti ora sotto la loro vigilanza. Mentre Karl Haberstock viene
portato a Würzburg in custodia cautelare e lì interrogato fino al
6 giugno, Hildebrand Gurlitt per rispondere alle domande può
rimanere al castello di Aschbach. Dall’8 al 10 giugno 1945 deve
in un primo tempo stare a completa disposizione del tenente
della III Armata Dwight Mckay della Judge Advocate Section, il
corpo legale dell’Esercito statunitense. Lo storico dell’arte
berlinese Erik Berger, ex amministratore della galleria di
Wolfgang Gurlitt a Würzburg, lo assiste come traduttore. È
sempre lui a redigere anche la lista delle proprietà di Gurlitt per
conto del capitano Thomas Giuli e a inviarla alla sezione G5
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della III Armata il 12 giugno 1945 . È una fortuna che Gurlitt si
imbatta qui in un vecchio dipendente del cugino. Evidentemente
ciò gli ha permesso di trovare un accordo durante gli
interrogatori, a differenza di quanto accadrà con le autorità
tedesche che seguiranno. O questo almeno è ciò che egli
affermerà più tardi, di esserne uscito meglio con gli americani
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che non con i tedeschi . Anche la situazione di Berger, tuttavia,
non sembra delle più semplici e la cosa non stupisce se si
considerano le attività svolte in precedenza per Wolgang
Gurlitt, anche lui invischiato nello smercio di arte dei nazisti.
Per breve tempo anche Berger attira su di sé dei sospetti, ma
questo più che altro per aver lavorato per un periodo come
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