Page 300 - Il mercante d'arte di Hitler
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un tempo loro vicina di casa a Dresda. Dopo la morte del marito
nel 1935, il banchiere e collezionista di arte moderna Heinrich
Arnhold, la vedova riesce a emigrare con i figli e, passando per
la Svizzera, il Portogallo e il Brasile, ad arrivare a Beverly Hills
in California. Helene le parla con il cuore in mano: «Se fosse
possibile per lei procurarci biancheria usata, scarpe o qualsiasi
altro capo di abbigliamento per Cornelius, di quattordici anni, e
Renata, di dodici, e magari anche del filo e rocchetti per cucire
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sarebbe davvero meraviglioso» . La miseria ad Aschbach
alimenta la diffidenza. Gurlitt riferisce ad esempio a padre
Schnell, pastore della comunità evangelica luterana di
Aschbach-Hohn am Berg di cui è divenuto amico, di denunce e
intrighi che prosperano al paese. A casa del consigliere di
distretto Grimm Gurlitt ha scoperto mobili del castello, tra i
quali una scrivania di Röntgen. Secondo le stime di Gurlitt si
tratterebbe di una scrivania in stile barocco proveniente dalla
collezione di Edmond Rothschild, finiti all’Ambasciata tedesca
di Parigi nel corso dei sequestri effettuati dall’ambasciatore,
Otto Abetz. Hildebrand Gurlitt sostiene di aver visto la scrivania
circolare a Parigi e di averla poi riconosciuta anni dopo, al suo
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arrivo ad Aschbach . Nell’inventario dei quadri e delle opere
d’arte “prese in custodia” dall’Ambasciata tedesca, la scrivania
compare sotto la voce “Collezione Edmond Rothschild” ed è
descritta minuziosamente, compreso il dettaglio di figure in
bronzo che la coronano e in cui compare una Venere nella
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forgia di Vulcano . Difficilmente Gurlitt può sbagliarsi nel
credere di aver ritrovato il fastoso mobile nella provincia
francona.
Subito dopo la guerra mobili, tappeti e quadri preziosi sono
stipati in massa al castello. Non solo i carichi dei commerci di
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