Page 302 - Il mercante d'arte di Hitler
P. 302
d’arte in Europa. Ha curato la collezione privata di Hitler e per
anni si è appropriato di tesori artistici in Francia, Olanda, Belgio
e persino in Svizzera e in Italia, con metodi illegali, spesso
brutali e senza scrupoli. Il suo nome gode di pessima fama
presso tutti i collezionisti onesti d’Europa», questo il parere del
capitano Thomas Giuli, ufficiale dell’MFAA (Monuments, Fine
Arts and Archives) nel Reggimento Würzburg della III Armata
dell’Esercito americano. Anche quella di Gurlitt risulta figura
sospetta: «Un collezionista d’arte di Amburgo con amicizie alle
alte sfere del regime nazista. Ha operato per conto di funzionari
nazisti e ha intrapreso numerosi viaggi in Francia, portando con
sé intere collezioni d’arte. C’è motivo di credere che queste
18
raccolte private altro non siano che arte rubata in altri Paesi» .
Per prima cosa i due commercianti vengono messi agli arresti
domiciliari e viene loro impedito di lasciare il castello. Negli
anni a venire dovranno più volte rispondere alle domande delle
autorità alleate. A differenza di Gurlitt, a maggio del 1945 il
maggior sospettato Haberstock viene fermato nuovamente e
tenuto agli arresti per mesi, come pure von Pölnitz. Entrambi
saranno alla fine prosciolti.
Ma dopo pochi giorni dal sopralluogo ad Aschbach, il
capitano Posey scopre la miniera di salgemma ad Altaussee,
dove è nascosto lo stock di opere razziate e destinate al Museo
del Führer a Linz, e passa così alla storia come uno dei più
famosi monuments men. Durante la guerra il nucleo americano
per la tutela del patrimonio artistico, nato nel ’43, aveva il
compito di registrare eventuali danni a beni culturali sulla linea
del fronte o portare questi ultimi in salvo e di individuare gli
edifici di particolare pregio che non potevano essere utilizzati
per l’accampamento dei soldati. Terminata la guerra, la
302