Page 293 - Il mercante d'arte di Hitler
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Hildebrand Gurlitt, la cui proprietà ora comunica con la sua.
Gurlitt le promette di fare il possibile per far rimuovere
quell’“orrore”. Il mercante d’arte ha fatto costruire da Hans
Gerlach – zio per parte materna che ha già curato la
ristrutturazione della villa di Kurt Kirchbach – un bunker
antiaereo per dieci persone, in cui Gurlitt peraltro ricovererà i
propri tesori d’arte. Nonostante l’impiego ovunque di queste
misure pubbliche e private, la città non è pronta a ciò che la
aspetta a febbraio del 1945: il più pesante attacco aereo su una
città tedesca nella Seconda guerra mondiale. Nella notte tra il 13
e il 14 febbraio 773 caccia britannici sganciano a ripetizione
bombe esplosive seguite da 650.000 bombe incendiarie,
scatenando una tempesta di fuoco che riduce la città in cenere.
La leggendaria Firenze sull’Elba è ora soltanto un cumulo di
macerie. 25.000 persone perdono la vita, 80.000 abitazioni
vengono distrutte. Ne è colpito anche il settore a nord della
stazione, tra cui la Kaitzer Straße. Anche sul numero 26 si
abbatte una mina aerea. Le mura portanti della piccola villetta
rimangono in piedi, ma il resto viene consumato dalle fiamme:
la vecchia casa paterna ora non è che una carcassa vuota.
Il rifugio ad Aschbach in Franconia
Hildebrand Gurlitt è riuscito a portare in tempo la sua
famiglia in salvo, compresa la madre ottantaseienne. Rimasti
senza un tetto, i cinque componenti si recano in campagna a
Possendorf, a soli dieci chilometri a sud di Dresda, dove ha la
sua sede anche Preusche, l’azienda di trasporti che lavora per
Gurlitt. Prima di proseguire il viaggio verso Sud, possono
rimanere ospiti alcuni giorni a casa di Ewald Oswin Preusche.
Con l’aiuto del trasportatore, il gallerista ha potuto portare fuori
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