Page 291 - Il mercante d'arte di Hitler
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dell’editoria d’arte sono esenti dall’obbligo di chiusura»: «È
autorizzata pertanto a proseguire al modo attuale nella sua
attività». Tutti i dipendenti, tuttavia, sono chiamati a «rendersi
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disponibili all’impiego nell’industria bellica» .
A novembre le cose si fanno definitivamente serie. A Dresda
vengono formati dieci «battaglioni popolari d’assalto» per
l’attesa battaglia contro l’avanzata sovietica, tutti «i cittadini
maschi abili tra i sedici e i sessant’anni» sono chiamati alle
armi. La città è in stato d’eccezione, di notte suonano le sirene
antiaeree, di giorno regna il caos. Alla fine dell’anno viene
posto il divieto di ingresso ai rifugiati, le capacità dei centri di
accoglienza sono esaurite. Le scuole sono convertite in
lazzaretti o caserme dove vengono addestrati i soldati ausiliari
reclutati in tutta fretta. Anche i figli di Gurlitt non hanno
praticamente più lezione. Nell’autunno del 1943 Cornelius è
entrato al liceo ginnasio Vitzt, ma un anno dopo la scuola
finisce sotto sequestro per motivi militari. Il liceo viene
accorpato all’istituto St. Annen, il bambino, che ormai ha dieci
anni, si ritrova alla stessa scuola in cui andava il padre. Molti
dei bambini di Dresda sfrattati dalle loro aule fanno lezione ora
in centro. Al collo portano un segno di riconoscimento, un
pendaglio ovale con sopra un numero, per poter essere
identificati nel peggiore dei casi.
Alla fine del 1944 il regolare esercizio dell’attività in Kaitzer
Straße non è più sostenibile. I suoi impiegati sono disertori.
Helene Gurlitt non ha affatto riempito il foglio inviato dalla
Camera delle Belle arti in cui avrebbe dovuto indicare «per
motivi legati all’economia di guerra» le persone da lei occupate
«come manodopera nell’anno 1944». Si tratta di una segretaria e
un contabile. Dal I gennaio 1942, dopo il trasferimento dei
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