Page 289 - Il mercante d'arte di Hitler
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Dall’autunno  1944  Dresda  sta  subendo  i  primi  attacchi  aerei,

                con  la  notizia  delle  disastrose  devastazioni  nelle  altre  città

                comincia a diffondersi la paura. Tutti sperano che gli attacchi
                finiscano presto e si chiedono con ansia che ne sarà di ognuno,

                quando il sistema sarà completamente distrutto.

                   Questa  domanda  tormenta  anche  Hildebrand  Gurlitt.  Fino

                all’estate  1944  può  ancora  viaggiare.  Mentre  gli  Alleati

                sbarcano  in  Normandia,  Gurlitt  porta  a  termine  i  suoi  ultimi
                affari a Parigi. A luglio del ’44 vi si reca di nuovo, sebbene la

                sua condizione si sia fatta sempre più incerta. Durante l’ultimo

                suo viaggio per poco non è stato chiamato alle armi e reclutato

                come soldato al fronte, cosa che fino a quel momento è riuscito

                a evitare grazie alla sua missione ufficiale per conto dello Stato.
                A  Parigi  viene  raggiunto  dalla  cartolina  di  precetto,  gli  viene

                persino fatta infilare la divisa, ma «dopo appena otto ore [è] di

                nuovo  libero»  e  può  tornare  «a  indossare  abiti  civili»,  come

                riferirà nei suoi aneddoti più tardi. Le sue conoscenze devono

                                                                           1
                averlo evidentemente aiutato un’altra volta . Appena poco prima
                della  liberazione  della  capitale  francese,  ad  agosto  del  1944,

                Gurlitt fa ritorno definitivamente a Dresda.

                   Nelle  lettere  che  corrono  da  una  parte  all’altra  in  quelle

                settimane ognuno fa sapere all’altro di essere ancora vivo, e che

                ha tutte le intenzioni di farlo ancora a lungo, come assicura, con

                un  certo  sarcasmo,  il  collezionista  Johannes  Sienknecht  di
                Amburgo in una lettera a Gurlitt. «Quel che il futuro riserva a

                me e a lei non lo sa nessuno. Aspettiamo che questi tempi bui

                siano  passati  e  confidiamo  nella  nostra  buona  stella»,  scrive

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                l’avvocato .  Gurlitt  spedisce  una  lettera  anche  a  Erich  e  Arno
                Krause,  i  figli  del  matematico  e  gran  consigliere  di  Dresda

                Martin  Johan  Krause,  collega  insegnante  del  padre  di




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