Page 290 - Il mercante d'arte di Hitler
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Hildebrand al Politecnico. «Come vanno a voi le cose, cari
poliziotti, siete anche voi inflessibili vigili della legge o occhi
benevoli e indulgenti che sorridono amichevoli al prossimo in
difficoltà?». Gurlitt esprime qui indirettamente i suoi dubbi su
quale sia il comportamento da adottare in questa fase di
passaggio. E termina dunque esitante: «Cosa porterà l’anno
nuovo a voi e a noi tutti? Piani non se ne possono fare, se non
aspettare che il destino ci rechi qualcosa, sperando nulla di
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male» .
A Dresda la situazione per gli affari di Gurlitt è sempre più
incerta. A fine agosto del 1944 Helene, che continua a essere la
titolare del Kunstkabinett, riceve dalla Camera delle Belle arti di
Berlino l’ingiunzione a sospendere l’attività entro al massimo
due settimane «a favore dell’impiego totale in guerra». Il tono e
il contenuto della lettera sono perentori, tutte le forze devono
essere smobilitate per la «vittoria finale»: «Lei e tutte le persone
impiegate nel suo esercizio hanno l’obbligo di presentarsi entro
il 10/09/44 all’Ufficio del lavoro competente per l’inclusione
nel contingente di guerra. Tutti i materiali nell’inventario del
suo esercizio sono da tener pronti per la consegna all’indirizzo
di organi centrali ancora da determinarsi» . La vita in ogni suo
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aspetto, anche a casa, viene riorganizzata nello stato di guerra.
Le donne assumono il lavoro degli uomini al fronte come
soldati e spesso vengono impiegate nell’industria bellica.
L’intera produzione industriale viene diretta alla fabbricazione
di armi e munizioni; a questo stesso interesse sono asserviti
anche tutti gli altri rami dell’economia, altrimenti messi a
riposo. Ma il Kunstkabinett la scampa un’altra volta. Due
settimane dopo, infatti, Helene Gurlitt riceve una nuova lettera
in cui le si informa che «tutti gli esercizi del mercato e
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