Page 283 - Il mercante d'arte di Hitler
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tappeti  e  tre  dipinti  per  l’analoga  cifra  di  3.313.000  marchi.

                Ancora in agosto – poco prima che gli Alleati liberino Parigi –

                fa  acquisti  per  610.000  marchi  imperiali,  per  far  arrivare  le
                opere in Germania è costretto però a farle passare per Bruxelles.

                Quando il mercato dell’arte francese gli viene definitivamente

                precluso, sposta i suoi viaggi d’affari all’Ungheria, alleata dei

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                tedeschi .


                            Negoziatore per conto dei musei tedeschi


                   A  lungo  si  è  creduto  che  la  portata  delle  acquisizioni

                realizzate  da  Gurlitt  per  il  Museo  del  Führer  fosse  piuttosto

                ridotta rispetto a quella di altri “capi commercio”. A suo carico

                sono  state  ascritte  finora  solo  centosessantotto  opere,  ma  il

                numero  deve  senz’altro  essere  più  alto,  come  si  può  evincere
                anche  dai  documenti  valutari  dell’Archivio  federale.  A

                differenza sua, la venditrice d’arte Maria Dietrichs di Monaco di

                Baviera avrebbe venduto a quello che doveva essere il Museo

                del Führer novecentotrenta pezzi, la casa d’aste Dorotheum un

                totale  di  trecentoquindici  opere  e  Karl  Haberstock
                                                                  43
                duecentoquattro  oggetti  espositivi .  Questi  numeri  tuttavia
                ingannano, poiché coprono infatti soltanto gli acquisti effettuati

                direttamente dal piano per il Museo di Linz. Ma nel quadro del

                Progetto  speciale  vengono  fatte  spese  ben  più  ampie,  poiché

                accanto  alle  voci  straordinarie  che  fanno  capo  a  Hitler  si
                aggiungono  i  “costi  di  fornitura”  anche  di  altre  istituzioni.  In

                questo ambito Gurlitt scorge il proprio vero campo di attività:

                quello di procacciare ai musei tedeschi opere d’arte provenienti

                dai  territori  occupati.  Da  quando  l’acquisto  di  opere  per

                collezionisti  privati  gli  è  interdetto  dall’ordinanza  sulla
                circolazione  delle  merci  emessa  a  dicembre  del  1942,  Gurlitt




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