Page 279 - Il mercante d'arte di Hitler
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le concessioni necessarie all’esportazione delle merci. È inoltre
disposto a riprendersi un’opera, qualora il cliente, una volta
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vistala dal vivo, decidesse di non volerla più . Gurlitt apprezza
enormemente questo trattamento. Nonostante operi su incarico
ufficiale, Gurlitt deve in ogni caso far fronte anche lui agli
scogli della burocrazia, agendo comunque per proprio conto.
Grossomodo il settantacinque percento dei dipinti da lui
acquistati nei territori occidentali occupati arrivano a lui tramite
l’intermediario olandese.
Accanto a Hermsen, il contatto più importante di Gurlitt nella
metropoli francese è Raphael Gérard. Il gallerista belga tratta
quadri confiscati e si sta affermando come principale fornitore
dei clienti tedeschi. Da lui Gurlitt acquisterà nel 1953 il dipinto
di Matisse La donna seduta, originariamente appartenuto al
mercante d’arte ebreo Paul Rosenberg, e che più di
cinquant’anni dopo si rivelerà una delle opere chiave del
rinvenimento di Schwabing nonché una delle prime a essere
restituita agli eredi. Un altro contatto commerciale di Gurlitt
negli anni Quaranta è l’austriaco Hugo Engel, che all’epoca a
Parigi ha due suoi uffici e che finora ha lavorato a stretto
contatto con il commerciante berlinese Karl Haberstock, il
favorito del commissario speciale Hans Posse. Gurlitt intrattiene
rapporti anche con Philipp Adrion, un amico del collega tedesco
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Bernhard A. Böhmer .
Colpisce il fatto che Gurlitt a Parigi collabori spesso con
commercianti ebrei emigrati in Francia: Jean (Hans) Lenthal,
Hugo Engel e Victor Mandl – i quali peraltro sono stati, in
parte, appositamente piazzati dai nazionalsocialisti nella
capitale francese come propri intermediari. Appartiene a questa
categoria anche Theo Hermsen, la cui moglie è di origini
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