Page 276 - Il mercante d'arte di Hitler
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destinato  al  Museo  del  Führer  di  Linz  per  40.000  marchi

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                imperiali .  Quando  però  Gurlitt  comincia  a  operare
                regolarmente come agente del Progetto speciale, a partire cioè
                dal  1943,  le  organizzazioni  dedite  al  furto  d’arte  hanno  già

                portato  da  tempo  le  collezioni  e  le  opere  d’arte  più  pregiate

                fuori  dal  Paese.  Gurlitt  continua  come  sempre  a  rifornirsi

                principalmente  al  mercato  d’arte  francese,  da  case  d’asta,

                gallerie e intermediari. Le sue abilità strategiche non gli aprono
                soltanto  nuove  porte,  ma  fanno  da  argine  anche  a  ulteriori

                indagini sulle sue origini.

                   Poco prima di assumere il ruolo di buyer per conto di Voss,

                Gurlitt lavora anche per Erhard Göpel. Göpel, che collabora con

                la divisione “Problemi speciali” nei territori olandesi occupati,
                gli passa informazioni sul mercato d’arte francese fuori Parigi.

                Quello del Sud della Francia gli sembra un terreno ancora molto

                redditizio,  «i  prezzi  talvolta  sono  davvero  bassi»,  fa  sapere  a

                Gurlitt  il  15  gennaio  1943,  e  pare  sia  saltato  fuori  lì  «un  bel

                ritratto di Trübner, che alcuni emigrati berlinesi avevano portato
                in  Francia».  Alcuni  giorni  dopo,  Gurlitt  si  assume  l’onere  di

                effettuare un pagamento con le valute del proprio contingente

                per  un  affare  che  Göpel  ha  intessuto  per  il  Progetto  speciale

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                Linz . Lo storico dell’arte di Lipsia ha grande considerazione
                per le conoscenze di Gurlitt e si adopera con insistenza per un

                suo  impiego  nel  mercato  d’arte  olandese.  Tramite  lui,  Gurlitt
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                ottiene un rinnovo dei documenti per l’espatrio . I due uomini
                si conoscono dai quotidiani «Vossische Zeitung» e «Frankfurter

                Zeitung», per i quali entrambi hanno scritto articoli. E li unisce

                anche un’altra cosa: Göpel, come lui, è un ammiratore di arte

                moderna.  Da  tempo  apprezza  Max  Beckmann  e  lo  sostiene

                come  può.  Al  termine  della  Seconda  guerra  mondiale,  Göpel




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