Page 229 - Il mercante d'arte di Hitler
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gipsoteca. Le figure più grandi e difficili da muovere rimangono

                lì  per  questa  ragione,  attorno  a  esse  vengono  montati  leggeri

                pannelli divisori per coprirle. Assieme a Walter Hansen e sotto
                la supervisione di Goebbels, Willrich sviluppa delle sale a tema.

                Fa dipingere frasi alle pareti e stampare targhe per le indicazioni

                sulle  opere  e  manifesti.  Entro  il  19  luglio  tutto  deve  essere

                pronto,  il  giorno  dopo  l’inaugurazione  della  prima  Grande

                esposizione  di  arte  tedesca  nel  nuovo  Haus  der  Deutschen
                Kunst, infatti, la mostra denigratoria contro l’“arte degenerata”

                dovrà aprire al pubblico, così da rendere visibile il contrasto e

                ottenere il doppio effetto “chiaro-scuro” desiderato. Ma il tempo

                non  basta.  Non  in  tutte  le  sale  si  riesce  a  completare

                l’allestimento  come  nelle  prime.  Alla  fine  le  opere  vengono
                semplicemente appese alle pareti senza criterio, cosa che invece

                fino a quel momento si era “assicurato” non sarebbe accaduta.

                Le  ultime  due  sale  al  pianterreno  vengono  aperte  al  pubblico

                                                                          7
                addirittura tre giorni dopo l’inaugurazione .
                   Il 16 luglio 1937 ha inizio la cerimonia di apertura dell’Haus
                der  Deutschen  Kunst.  Il  solenne  programma  della  festa,  con

                convegni  scientifici,  comizi  in  gran  numero  e  assegnazioni  di

                medaglie  all’onore  ai  più  meritevoli  funzionari  di  partito,

                architetti, scultori, pittori e ricercatori universitari, coronato da

                spettacoli  teatrali  e  opere  liriche,  concerti  e  manifestazioni

                folcloriche,  si  protrae  fino  al  18  luglio.  A  fornire  la  giusta
                atmosfera ideologica, una parata di tre chilometri, anzitutto, si

                snoda lungo le strade di Monaco al motto di “Duemila anni di

                cultura  tedesca”.  Al  seguito  di  militari  muniti  di  bandiere

                naziste  che  si  agitano  al  vento,  trenta  carri  allegorici  decorati

                con simboli di diverse epoche e culture sfilano davanti alla folla







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