Page 226 - Il mercante d'arte di Hitler
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vede il proprio titolo alla Camera del Reich sarcasticamente
storpiato in “Reichsschamhaarmaler” (“maestro in peli pubici
del Reich”) – ottiene l’incarico nonostante il fallimento quale
membro della giuria per la Grande esposizione di arte tedesca.
Con una commissione appositamente istituita, Ziegler va da una
città all’altra e nei suoi “blitz” si fa consegnare dai direttori dei
musei l’inventario delle opere di arte moderne, decidendo sul
posto quali pezzi inserire nella mostra. Ha un conto aperto con
Hitler e deve farsi perdonare.
Il 5 luglio 1937, poco dopo le nove, fa il suo ingresso con
sette accompagnatori nella Kunsthalle di Amburgo e presenta la
sua licenza ai poveri impiegati del museo colti alla sprovvista.
In un’ora e mezza Ziegler sceglie dodici quadri espressionisti,
Hofer, Kirchner, Kokoschka, Pechstein, Nolde e Schmidt-
Rottluff, e trentotto lavori su carta. Di seguito, al Museo di arti e
mestieri, fa confiscare cinque sculture, tra cui l’opera di Otto
Freundlich L’uomo nuovo, che più tardi farà da motivo al
catalogo e ai manifesti della mostra itinerante Arte degenerata.
Quanto quell’assalto ai patrimoni delle collezioni d’arte risulti
sorprendente e poco chiaro si evince bene da una lettera del
nuovo direttore della Kunsthalle, Wilhelm Freiherr Kleinschmit
von Lengefeld, in carica dal 1934, il quale parla di “prestiti”.
Altri musei, come quello di Halle, cercano in un secondo
momento di trattare per ottenere un contratto di cessione
temporanea e fare una stima dei valori assicurati, così da poter
proteggere i propri lavori, se non proprio riottenerli, il tutto
comunque inutilmente. Le opere confiscate il 5 luglio ad
Amburgo vengono spedite due giorni dopo a Monaco di
Baviera; una settimana dopo Zigler pretenderà altri pezzi da
inviare subito con consegna urgente. Le opere saranno visibili
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