Page 211 - Il mercante d'arte di Hitler
P. 211
della Lega artigiani nella Rothenbaumchaussee, dove anche
Rudolf Grabbe mette fuori artisti della Secessione. Nel 1940
tuttavia si trasferisce a Poznań, per aprire lì una bottega di
oggetti d’arte e mobilie. Anche la Gallerie Commeter rimarrà
inflessibile per molto tempo e continuerà a offrire ai propri
irriducibili clienti opere di artisti messi al bando. La galleria
tuttavia cede al compromesso quando comincia a
contraddistinguere con una stella le opere di fornitori ebrei, per
41
segnalare ai clienti prezzi più favorevoli . C’è solo un
altrettanto coraggioso come Gurlitt da tenere in mostra arte
d’avanguardia: Peter Lüders, che come lui più tardi commercerà
in opere confiscate. Tra i due si crea un solido contatto,
esposizioni ed eventi vengono spesso concertate insieme, a
volte persino in accordo con il Kunstverein ora diretto da Fritz
Muthmann, candidato politicamente più sicuro, sotto la
supervisione del sindaco di Amburgo. Con Muthmann torna
anche a essere «issata la bandiera con la svastica sulla sede del
Kunstverein», e come conseguenza il dottor Ernst Hausweddell
chiude la succursale del proprio negozio di antiquariato,
42
alloggiata da maggio 1930 nell’edificio . In quel periodo le
misure contro l’arte moderna non sono ancora particolarmente
aggressive, in vista dei giochi olimpici di Berlino ad agosto del
1936 lo Stato mantiene un atteggiamento apparentemente
liberale. La Germania tenta ancora di rappresentarsi come un
Paese cosmopolita e amante della pace, si vuole che il pubblico
internazionale ne abbia un’opinione positiva. Il trattamento
riservato agli artisti d’avanguardia e alle loro mostre pertanto
non è unitario, a volte più, a volte meno tollerante. Gli eventi
espositivi al Kunstkabinett nella Alte Rabenstraße raggiungono
il loro apice con una rassegna di opere di Max Beckmann a
211