Page 208 - Il mercante d'arte di Hitler
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un’aquila  che  spicca  il  volo  sul  memoriale  di  Amburgo  in

                sostituzione  del  fregio  rimosso  di  Barlach.  Gurlitt  inoltre  non

                manca di esibire neppure arte del XIX secolo, principalmente allo
                scopo  di  poter  camuffare  altre  attività  espositive  e  poter  fare

                cassa, visto che la vecchia arte non pone problemi e tra i clienti

                è  ancora  popolare.  Sono  compresi  anche  i  dipinti  del  nonno

                Louis Gurlitt, che ad Amburgo è molto apprezzato e le cui opere

                si  trovano  alla  Kunsthalle.  L’architetto  Albert  Speer,  futuro
                ministro agli Armamenti, colleziona i paesaggi di Louis Gurlitt

                e  propone  persino  a  Hildebrand  di  collaborare  a  una

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                pubblicazione dell’opera del pittore . Altrettanto insospettabile,
                se non esplicitamente gradito, è il commercio di arte folclorica.

                Dopo che Max Sauerlandt è stato costretto al congedo nel 1933,
                al Museo di arti e mestieri vengono messi in mostra manufatti

                storici  e  contemporanei,  quali  cardini  di  una  nuova  cultura

                popolare. È proprio in quel periodo che Helen Gurlitt, per poter

                assicurare alla famiglia un minimo di reddito, dopo che il marito

                ha perso il lavoro per la seconda volta, ha cominciato a vendere
                giocattoli della regione dei Monti Metalliferi. A quanto pare ha

                successo e allestisce due mostre nei propri spazi privati. «Con i

                suoi  giochi  dai  Metalliferi  fa  buoni  affari»,  riferisce  Marie  a

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                dicembre del 1933 . Da qui prende spunto la seconda mostra
                ufficiale  del  Kunstkabinett  il  25  novembre  1935,  in  cui  sono

                messi alla vendita «oggetti d’arte folclorica, lavori in legno dei
                Monti Metalliferi, vetro soffiato della Turingia, merletti ecc.».

                Si  tratta  della  “terza  mostra  evento”,  come  viene  definita  nei

                biglietti  di  invito,  un’offerta  quasi  premurosa  per  una  galleria

                che  si  avvia  al  suo  negozio  con  grandi  ambizioni  –  con  ogni

                probabilità un diversivo per distrarre gli enti ufficiali che non

                perdono d’occhio il lavoro di Gurlit.




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