Page 209 - Il mercante d'arte di Hitler
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Il suo progetto prende il largo, l’attività funziona anche
meglio del previsto. Se nel quadro dei controlli effettuati più
tardi dagli Alleati Gurlitt dichiarerà ancora per l’anno 1934 un
reddito annuo di 8.000 marchi imperiali, per il 1938 esso salirà
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a 23.000 . Le cifre reali sono probabilmente più elevate, ma la
proporzione dovrebbe grossomodo corrispondere. A luglio del
1936 Gurlitt si trasferisce con la famiglia al numero 6 della Alte
Rabenstraße. Accanto alla Elbchaussee, la zona residenziale di
ville alto-borghesi sul ramo esterno dell’Alster è considerata
uno degli indirizzi più esclusivi della città anseatica, i membri
delle maggiori famiglie benestanti di Amburgo vivono qui –
Vincent Krogmann, come pure il collezionista e presidente del
Kunstverein prima di lui Johannes Meyer. I Gurlitt si
trasferiscono in una piccola villetta, certo, ma pur sempre una
casa in affitto con giardino, molto ben curata. Non vi sono
vetrine, c’è solo un’insegna in ottone massiccio che rimanda al
“Gabinetto dell’arte del dottor H. Gurlitt”. Chi vuole visitare gli
spazi deve suonare il campanello, per essere quindi introdotto
nelle generose stanze della galleria, dove le opere sono affisse
alle pareti o presentate in apposite scaffalature fatte su misura
delle incisioni .
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Nel 1936 Mercedes Gurlitt lavora qui come apprendista per
alcuni mesi. Avendo cominciato a maggio, ha fatto in tempo a
vedere ancora il vecchio negozio nella Klopstockstraße e a
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essere d’aiuto durante il trasloco nella Alte Rabenstraße . Si è
appena separata dal marito a Stoccarda, l’antroposofo Winfried
Gurlitt, cugino di Hildebrand. Il padre di lui, il pedagogo
Ludwig Gurlitt, ha a sposato in seconde nozze la madre di
Mercedes. Mercedes ha a sua volta lei due figlie e, dovendo
crescere da sola le bambine, dipende dall’aiuto di familiari.
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