Page 202 - Il mercante d'arte di Hitler
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sostiene vi sono anche Käthe Kollwitz, Richard Scheibe e
Georg Kolbe.
Ma anche di questo suo piano di una collezione di acquerelli
non se ne fa nulla e Reemtsma comunica al mercante di opere
d’arte la sua risposta negativa. I due continuano comunque a
rimanere in contatto, cosa che solo poco più tardi si rivelerà
estremamente redditizia per Gurlitt. Il gallerista venderà
all’industriale alcuni dipinti provenienti dalla Kunsthalle di
Amburgo, a seguito della loro rimozione dal museo per
motivazioni di ordine politico. E nondimeno Gurlitt non
rinuncia al proprio progetto, ormai lanciato, di una collezione di
acquerelli. Lo riprenderà in mano al termine della Seconda
guerra mondiale, il fondo di opere in suo possesso a quel punto
si sarà allargato enormemente grazie a massicci acquisti dal
contingente di opere di “arte degenerata” a sua disposizione. La
mostra finanziata dal governo federale “German Watercolors,
Drawings and Prints”, che nel 1956 farà tappa a New York, San
Francisco e Cambridge, sarà formata in misura consistente da
prestiti dalla collezione Hildebrand Gurlitt.
La nuova entrata in scena da gallerista con una mostra di
“opere di artisti viventi”, ossia degli ormai invisi rappresentati
dell’avanguardia, è una partenza alquanto ardita. Dalle sue
dimissioni come direttore del Kunstverein, due anni prima, lo
scandalo che ha coinvolto la sua persona non è stato
dimenticato. A partire dal settembre del 1933 la Camera della
cultura del Reich istituita da Goebbels vigila sulla scena
artistica di tutta Germania. Il suo obbiettivo è l’uniformazione
dell’intera vita culturale, e chiunque voglia operare in
quest’ambito non può prescindere dall’esserne associato. Tutti
inizialmente vi sono ammessi, ciò avviene in alcuni casi in
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