Page 201 - Il mercante d'arte di Hitler
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opere si manifesta, secondo lui, la massima espressione del suo
tempo, per loro tramite la Germania, quale nazione fondata sulla
cultura, può esibire la propria vera arte. La collezione deve
essere assolutamente completata, con «l’obiettivo di renderla
accessibile al pubblico in una forma adeguata, come mostra
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itinerante o simili» . In questo modo Gurlitt dà seguito a idee
già sviluppate nel periodo a Vilnius.
Prima ancora, però, ai collezionisti viene mandato un invito
senza impegno a visitare “il piccolo gabinetto dell’arte”, dove
attualmente è in corso una mostra di opere di artisti viventi. Con
parole lusinghiere, il mercante scrive loro: «L’intento mio
primario, in realtà, non è affatto la vendita; mi sta a cuore
piuttosto poter illustrare di volta in volta a personalità così
influenti, quali sono Loro, l’eccezionalità e l’importanza di un
operare artistico troppo spesso incompreso – mostrare di quale
grande interesse siano i lavori creati dai più recenti artisti ad
Amburgo». Gurlitt intende richiamare l’interesse dei
collezionisti verso il suo progetto, pertanto scrive soltanto a
quanti egli già conosce, tra cui Herman Reemtsma. Da quando
ha visitato lo scultore Ernst Barlach nel suo atelier a Güstrow, il
produttore di tabacco amburghese ha sviluppato una passione
per la scultura moderna. Nel 1935 Reemtsma ha rilevato la
proprietà di Fregio di figure in ascolto, l’ultima grande opera di
Barlach commissionata da un collezionista nel frattempo
divenuto insolvente. Gurlitt ne ha avuto notizia, anche lui infatti
è tra i sostenitori dell’artista. Per l’ambizioso neo-gallerista
Reemtsma sembra essere l’uomo giusto: benestante, grazie a un
progetto imprenditoriale in espansione, e aperto all’arte
moderna. Tra gli altri artisti contemporanei che il collezionista
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