Page 186 - Il mercante d'arte di Hitler
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seguita fino a questo momento in ambito espositivo. Il 10
maggio si riunisce ad Amburgo la Circoscrizione nord-
occidentale delle associazioni d’arte tedesche, di cui fanno parte
anche i Kunstvereine di Kiel, Rostock, Neubrandenburg,
Osnabrück e Göttingen. Il discorso di Krogmann costringe
questi ultimi a rispondere. Viene stilata una risoluzione in cui ci
si ripromette di «eliminare qualsiasi elemento disgregante e di
far recuperare in tutti i campi all’autentica arte tedesca il posto
che le è dovuto». L’«Hamburger Tageblatt», che pubblica il
comunicato della Circoscrizione per conto del Kunstverein di
Amburgo, prosegue dicendo, a guisa di commento, che le
associazioni artistiche – a differenza di quanto si afferma nel
testo – finora hanno lavorato ben poco per «colmare il divario
che separa l’arte e il popolo. Proprio le unioni di artisti si sono
macchiate delle peggiori colpe nei confronti della cultura
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nazionale» . Quali luoghi in cui l’avanguardia trova la più
ampia rappresentazione pubblica prima di entrare nei musei, i
Kunstvereine finiscono nel mirino della critica, senza possibilità
d’appello, nel nome della nazione. È solo questione di tempo,
prima che l’uniformazione ideologica investa tutti gli ambiti
dell’arte. A partire da novembre 1933 tutte le associazioni
artistiche verranno inglobate nella Lega dei Kunst vereine
tedeschi, una delle sedici associazioni ufficiali di categoria della
Reichskammer der bildenden Künste, la Camera delle Belle arti
del Reich, finendo così definitivamente sotto il controllo del
governo.
Le dichiarazioni dell’«Hamburger Tageblatt» rappresentano
per Hildebrand Gurlitt un capovolgimento di tutto ciò per cui si
è impegnato finora. Proprio a lui si rimprovera di non aver
saputo rivolgersi ai visitatori meno colti, diviso tra arte e
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