Page 182 - Il mercante d'arte di Hitler
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pretende  questa  volta  che  i  membri  della  Hamburgische

                Künstlerschaft  abbiano  rappresentanza  e  che  a  Gurlitt  non  sia

                concesso «potere assoluto dittatoriale». Lo scontro si inasprisce,
                la Secessione quindi rifiuta di vedere esposte le proprie opere

                accanto  a  quelle  della  Hamburgische  Künstlerschaft.  Alla

                mostra di Colonia alla fine non saranno presenti i tradizionalisti.

                   Il conflitto scatena una lotta di potere tra Gurlitt e Albrecht.

                Con un progressivo deterioramento del clima generale contro le
                posizioni  artistiche  difese  da  Gurlitt  nei  mesi  recenti,  con

                l’ultimo incidente il contrasto sfocia in aperta ostilità tra i due. Il

                2  febbraio  1932  Albrecht  scrive  al  consigliere  di  Stato

                Alexander Zinn, alla guida della commissione per la Tutela del

                patrimonio artistico al senato, chiedendo che tra il Kunstverein e
                l’Hamburgische  Künstlerschaft  sia  steso  un  contratto  affinché

                                                                                                      22
                quest’ultima          veda        riconosciuto          il     proprio        diritto .
                L’Hamburgische  Künstlerschaft  passa  ora  sempre  più

                all’attacco  contro  l’avanguardia  e  i  suoi  promotori  al

                Kunstverein.  Ludolf  Albrecht,  presidente  anche  della  sezione
                locale di Amburgo della Lega militante per la cultura tedesca,

                dà  inizio  a  una  campagna  stampa.  Con  un  articolo  dal  titolo

                «Cerca forse una seconda Zwickau il dottor Gurlitt?», Albrecht

                polemizza con lui sull’«Hamburger Tageblatt» del 29 novembre

                1932: «Le cartucce che abbiamo dovuto adoperare contro di lui

                e il Kunstverein vengono dalla stessa fonderia di quelle con cui
                i  nostri  compagni  d’armi  a  Zwickau  l’hanno  cacciato  dal  suo

                posto  di  direttore  al  museo  locale.  Il  1°  aprile  1930  è  stato

                allontanato  e  si  è  stabilito  –  beata  Zwickau!  –  ad  Amburgo,

                dove  ora  vorrebbe  riposare  all’ombra  del  Rotherbaum,  quale

                martire  dell’“arte  moderna”.  […]  Ma  noi  non  siamo  più

                timorosi dei nostri commilitoni di Zwickau e ci aspettiamo che




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