Page 178 - Il mercante d'arte di Hitler
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almeno a Gurlitt, come a numerosi suoi colleghi che sposano la
stessa causa. Ed essi promuovono proprio l’Espressionismo
quale sviluppo autonomo e peculiarmente tedesco. «Mentre noi
in Germania abbiamo sempre accordato volentieri diritto d’asilo
all’arte straniera, l’arte nostrana all’estero si è vista considerata
solo con molta riluttanza per diverso tempo. Un atteggiamento
non da ultimo fondato sull’idea che la nuova arte tedesca si
collochi in fondo anche troppo sulla scia di quella francese, un
pregiudizio fortunatamente ora sempre meno diffuso. Il suo
valore originale oggi si fa strada anche all’estero», scrive
nell’ottobre 1931 l’«Hamburger Fremdenblatt», tessendo le lodi
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della mostra organizzata da Gurlitt a Göteborg .
Il direttore del Kunstverein prosegue su questa linea. Già
l’anno successivo tra Amburgo e Londra si instaura un dialogo
tra le relative esposizioni. L’arte moderna inglese trova posto
nelle mostre in Germania e viceversa l’arte moderna tedesca in
Inghilterra. Sono i tedeschi ad Amburgo a dare il la. Il 26
giugno 1932, al numero 25 della Neue Rabenstraße, viene
inaugurata la mostra New English Art. Un mese prima Gurlitt è
partito per l’Inghilterra per andare a scegliere le opere assieme
ai colleghi locali. Opta per le sculture di Henry Moore, Barbara
Hepworth, John Skeaping, Leon Underwood, Henry Edward
Bedford e i dipinti di Edward Wadsworth, Edward Burra,
Christopher Wood, Stanley Spencer, Ben Nicholsen, William
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Roberts, tra gli altri . L’iniziativa è un successo, il sindaco di
Amburgo Carl Petersen e l’ambasciatore britannico sir Horace
Rumbold se ne assumono il patrocinio. Viene creato pure un
comitato onorario, di cui entra a far parte anche il direttore
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emerito del tribunale distrettuale Gustav Schiefler . Tutti ne
sono soddisfatti – solo Max Sauerlandt è alquanto piccato. Di
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