Page 171 - Il mercante d'arte di Hitler
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Sauerlandt, tenta di riunire nel proprio museo le arti figurative e
applicate e acquista sistematicamente opere moderniste. Nella
Kunsthalle, al contrario, il direttore Gustav Pauli segue una
politica più moderata. Teme passi falsi e solo con qualche
riserva si assicura produzioni più recenti, più che altro opere di
nomi già riconosciuti. Nel 1918 e nel 1924 si è sbilanciato con
l’acquisto, rispettivamente, di Mandrillo di Franz Marc e Nana
di Édouard Manet, ed è stato prontamente contestato. E
nondimeno è suo interesse sostenere l’arte contemporanea. E si
ritrova a lavorare a fianco al Kunstverein, che dal 1922 al 1930
ha la sua sede lì da lui, a Glockengießerwall. In quel periodo
inoltre viene accordato il diritto alla Secessione di Amburgo di
utilizzare i locali minori del museo. Pauli acquista persino
alcune opere dai loro membri. Nell’aprile 1930 il Kunstverein si
sposta assieme alla Secessione di Amburgo in un proprio centro
espositivo, novità cui Pauli guarda con grande favore, dovendo
far spazio alla propria collezione.
A lungo si è combattuto per dare al Kunstverein una nuova
sede, visto che il progetto è naufragato più volte a causa della
guerra prima e della crisi inflazionistica poi. Con l’acquisto per
180.000 marchi imperiali di una villa nei pressi dell’Alster, al
numero 25 della Neue Rabenstraße, nel 1929 l’associazione si
trova a disporre di un edificio in posizione eccellente, seppure
completamente da ristrutturare. A maggio del 1930 il nuovo
centro rimesso a nuovo viene inaugurato con una rassegna
collettiva di artisti di Amburgo, cui partecipano la Secessione,
la Künstler schaft e l’Associazione degli artisti. Radicalmente
ammodernata, la sede sarà d’ora in avanti un luogo di
avanguardia decisivo nel mezzo di un quartiere borghese.
I progetti per la ristrutturazione sono di Karl Schneider (1892-
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