Page 166 - Il mercante d'arte di Hitler
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economicamente il museo del proprio consulente; deve fare
anche lui parte della cerchia di promotori e mecenati che il
giovane direttore raduna attorno a sé, per poter realizzare i
propri progetti espositivi. Il nome di Kirchbach, tuttavia, non
compare nella lista dei sostenitori del museo rivoltisi con una
petizione al sindaco per ottenere la permanenza di Gurlitt.
Gurlitt avvia gli acquisti per la collezione dell’amico ancora
nel pieno delle proprie funzioni di direttore. Nel 1929 ad
esempio intrattiene una corrispondenza con i fotografi André
Kertész e Edward Weston sulla carta intestata del museo, allo
scopo di acquistare alcune loro opere, senza tuttavia specificare
che queste ultime sono destinate a un privato e non al museo.
Evidentemente Gurlitt non distingue sempre in modo netto tra le
attività private e quelle del pubblico ufficio. Qui egli valica un
confine per trarre un vantaggio personale, anche se quest’ultimo
è a favore di un amico. Kertész dichiarerà più tardi come i
musei di Lubecca e Zwickau siano state le prime istituzioni ad
acquistare suoi scatti. Ma nel Museo di Zwickau essi non vi
sono mai arrivati. Anche Weston viene lasciato all’oscuro circa
le reali intenzioni relative all’acquisto. Il 22 luglio 1929 il
fotografo americano segna esultante sul proprio diario: «Dr. H.
Gurlitt of the König Albert Museum, Zwickau, seeing the exhibit
in Stuttgart has ordered three of my prints [Dopo aver visto la
mostra di Stoccarda, il dott. H. Gurlitt del König Albert
Museum, Zwickau, ha ordinato tre delle mie stampe]». Anche
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questi scatti non sono destinati al Museo di Zwickau .
Hildebrand Gurlitt attiva la propria campagna di acquisti con
sorprendente determinazione, ma soprattutto con un occhio
formidabile. Quando nel 1997 un terzo della collezione
Kirchbach, per un totale di 221 scatti, ricomparirà all’asta
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