Page 164 - Il mercante d'arte di Hitler
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ogni probabilità avranno parlato tra loro di danza moderna e
della nuova arte, ed è lì forse che ha visto la luce per la prima
volta l’idea di un collezione che i Kirchbach hanno cominciato a
mettere insieme più tardi, a partire dal 1929. L’impulso viene
però da Lore Kirchbach, che incoraggia il marito, altrimenti più
interessato al commercio, all’acquisto sistematico di opere
d’arte. I mezzi certo non gli mancano. L’imprenditore, la cui
azienda produce pastiglie dei freni per automobili, ha fatto
enorme fortuna durante la prima guerra mondiale, quando a
causa di un blocco delle merci provenienti dall’Inghilterra non è
più stato possibile importare cinghie per i freni e il ministero
della Guerra ha incaricato per questo la società Kirchbach &
Co. di Dresda. L’azienda è divenuta così una tra le prime
industrie nella produzione di materiali d’attrito in Germania.
Dopo l’inaspettata morte del fratello gemello, Ernst, alla fine
del 1920, Kurt Kirchbach ha proseguito da solo l’attività.
L’azienda ha incrementato il proprio fatturato attraverso lo
sviluppo di nuove guarnizioni per la frizione, con le quali da
quel momento rifornisce l’industria automobilistica tedesca ed
estera, in tutta Europa.
Nel comune interesse per la compravendita di opere d’arte, il
legame tra Hildebrand Gurlitt e Kurt Kirchbach, fino a quel
momento piuttosto lasco, si rinsalda. A partire dal 1929, il
curatore assiste l’industriale nella creazione di una collezione,
destinata a diventare una delle più importanti del suo tempo
nell’ambito della fotografia. Con scatti di Moholy-Nagy, Man
Ray, Albert Renger-Patzsch, Umbo, Karl Blossfeldt, El
Lissitzky, Rodtschenko, Andreas Feininger e altri incunaboli
dell’arte moderna prebellica ha origine una raccolta di opere di
livello museale, all’epoca paragonabile soltanto alle collezioni
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