Page 161 - Il mercante d'arte di Hitler
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partecipazione è prova di quale sostegno reciproco si sia capaci
pur di difendere la causa comune. Gurlitt in futuro potrà sempre
contare sulla rete strettasi attorno al Museums bund, anche
quando sotto il Terzo Reich si ritroverà a negoziare le opere
d’arte confiscate e sottratte ai musei.
Per evitare di esporsi, la città di Zwickau giustifica la propria
decisione dicendo che il posto è stato tagliato per necessità di
ordine finanziario. Con il licenziamento di Gurlitt l’aria nei
centri espositivi di Germania comincia a cambiare. I direttori
più impegnati sul fronte dell’arte moderna subiscono le pesanti
pressioni delle forze conservatrici e a partire dal 1933 vengono
sistematicamente sollevati da cariche pubbliche. A gennaio del
1930, Wilhelm Frick, futuro ministro dell’Interno del Reich, ha
già assunto l’incarico di ministro dell’Interno e dell’Istruzione
del popolo della Turingia, a pochi chilometri da Zwickau. Si
tratta del primo ministro nazionalsocialista in un governo
regionale. Frick provvede al progressivo allineamento
ideologico della polizia e dei funzionari pubblici, fonda una
cattedra di Ricerche razziali all’Università di Jena e avvia a
Weimar la prima campagna iconoclasta contro l’arte moderna:
in ragione del suo decreto «contro la cultura negroide, a favore
del popolo tedesco» fa cancellare un affresco del maestro
Bauhaus Oskar Schlemmer all’Istituto statale superiore di
urbanistica, belle arti e artigianato e, nel Museo della reggia, fa
sostituire settanta lavori dell’avanguardia con altrettante opere
del XIX secolo. L’azione scatena ancora una volta un’ondata di
proteste, gli artisti in particolare entrano in rivolta, ma come a
Zwickau non è che l’inizio di una politica artistica di
restaurazione.
Hildebrand Gurlitt e la moglie tornano dapprima a Dresda.
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