Page 160 - Il mercante d'arte di Hitler
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l’occasione pubblica propizia per dare visibilità all’eterna
battaglia condotta con gli uffici comunali e cittadini per
introdurre l’arte moderna nei musei. Hildebrand Gurlitt chiede
l’appoggio di Werner Noack, responsabile delle Collezioni
d’arte della città di Friburgo e presidente del Museums bund.
«La questione è importante, in quanto sintomo», scrive
rivolgendosi a lui il 6 marzo 1930. «E ora dunque me ne devo
andare per essermi adoperato in modo imparziale per quel che
ritenevo giusto. […] La cosa peggiore è che ci si nasconda
dietro necessità finanziare, ma chiunque sarebbe disposto ad
ammettere che non è questo il punto». Noack invia diverse
lettere alla città, infine vi si reca di persona il 25 marzo 1930 per
discutere con il primo cittadino Holz a proposito dei casi di
«istigazione nazionalsocialista» a Zwickau. Il suo intervento
tuttavia non ha successo. Il sindaco fa capire senza mezzi
termini di non essere più interessato a tenere il tanto contestato
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direttore .
Con questo fallisce anche l’ultimo tentativo di
intermediazione. Pochi giorni dopo, il 1° aprile, Gurlitt è
costretto a sgomberare il suo ufficio e lascia Zwickau, ricoperto
d’infamia secondo la popolazione, come martire ed eroe per gli
appartenenti alla scena museale. La battaglia protrattasi per oltre
un anno e mezzo lo ha reso noto tra i direttori di museo. «Lei è
stato il primo a dover pagare con la perdita del suo incarico per
le proprie opinioni, è una cosa che non dimenticheremo», scrive
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Carl Georg Heise . Ma ciò non corrisponde del tutto al vero.
Già Paul Ferdinand Schmidt nel 1924 veva dovuto lasciare il
posto da direttore alla Collezione civica di Dresda per la sua
politica di acquisti progressista, per le pressioni esercitate dalle
frange di estrema destra del Consiglio comunale. Tanta
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