Page 162 - Il mercante d'arte di Hitler
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Vivono al numero 29 di Stübelallee, dirimpetto a un parco, il

                Großer  Garten  di  Dresda.  Come  spiegazione  personale  per  il

                ritorno del figlio, papà Cornelius abbraccia la versione ufficiale,
                almeno di fronte alla cognata Mary: «Hildebrand, che, come sai,

                ha  dovuto  lasciare  il  posto  da  direttore  di  museo  a  Zwickau,

                essendo stato decurtato il suo stipendio per tagli alle spese, si sta

                dando da fare come scrittore e tiene molte conferenze per poter

                mantenere noi e la sua cara signora. Poi, per questioni relative
                all’alloggio;  il  desiderio  di  trasferirsi  a  Berlino,  dove  ci  sono

                                                                  33
                migliori  possibilità  di  guadagno» .  Nel  giro  di  un  anno
                Hildebrand  troverà  una  nuova  occupazione,  nel  frattempo  si

                ritrova  però  a  dover  condurre  sterili  polemiche  con  il  primo

                cittadino di Zwickau, Holz. Indignato per l’articolo di Ludwig
                Justi comparso sulla rivista «Museum der Gegenwart», Holz si

                rifiuta di prestare a Gurlitt le diapositive che gli servono per il

                ciclo di incontri Mille anni di arte in Sassonia. Il sindaco invita

                piuttosto  Gurlitt  a  prendere  le  distanze  dall’articolo,  cosa  che

                questi liquida con una lettera aperta sulla «Zwickauer Zeitung».
                Lì il direttore dimissionario difende una volta di più il proprio

                lavoro: «L’atteggiamento di “certi” ambienti ha danneggiato la

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                città» .
                   Il museo chiude i battenti per i successivi tre anni. Durante

                questo  periodo  il  responsabile  della  biblioteca  civica  dovrà

                occuparsi a latere anche delle faccende relative al museo, finché
                Siegfried  Asche  non  entrerà  in  carica  come  nuovo  direttore.

                Alla riapertura, il 19 marzo 1933, le acquisizioni procurate da

                Gurlitt  non  vi  si  troveranno  più.  Al  loro  posto  nelle  sale

                domineranno  l’arte  locale  e  la  storia  della  città  e  una  mostra

                temporanea esporrà non a caso solo opere di artisti che vivono a

                Zwickau.




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