Page 135 - Il mercante d'arte di Hitler
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ogni modo si inasprisce. Cornelius parla di Hedwig Schloesser
come di una maîtresse, a quel punto Hildebrand evita qualsiasi
riferimento alla donna con i genitori. Parole chiare
sull’argomento tra l’una e l’altra generazione non vi saranno
mai, né adesso né in seguito. «In ogni lettera finora c’era
sempre qualche frecciatina», commenta Hildebrand, amaro,
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lamentando l’invadenza dei genitori . Con grande sollievo di
questi ultimi, alla fine del 1921 la loro relazione si rompe,
quando Hedwig Schloesser viene chiamata nuovamente in
Svizzera come infermiera, per prendersi cura di un altro uomo
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facoltoso .
A Berlino incombono però altre minacce dal genere
femminile: «Ultimamente Hildebrand mi sta dando di nuovo
preoccupazioni, sento che a Tegel qualcosa non quadra, e
questo ha di nuovo una cattiva influenza su di lui. Non so
esattamente cosa, ma papà ha notato che Frau Löschke spesso si
sbaglia e si rivolge a Hildebrand dandogli del tu», scrive Marie
Gurlitt a Wilibald, con un brutto presentimento. Hildebrand si
sottrae alle insidie dell’albergatrice prendendo una stanza a
Charlottenburg. La madre sarebbe ancor più contenta se il suo
piccolo si trasferisse a Friburgo, sotto il controllo del fratello. E
lamenta al figlio maggiore le proprie sofferenze: «Mi rende così
infelice, mio caro Wilibald, sapere di queste storie che ha con le
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donne» . «Ha un modo di lavorare completamente diverso dal
tuo, è così facile distrarlo o trattenerlo dai suoi compiti, o
perché c’è la signorina Kersten o la signorina Daul o
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qualcun’altra che gli si para davanti» . E: «Speravo tanto che
Putz andasse a stare da brava gente, conosce tutte ragazze senza
famiglia che vanno loro da lui e gli si piazzerebbero in stanza,
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