Page 131 - Il mercante d'arte di Hitler
P. 131
popolare tedesco (DVP). Il quotidiano ha pertanto un
orientamento nazionalista liberale e di stampo
fondamentalmente conservatore. Il fratello di Hugo Stinnes,
Heinrich, colleziona incisioni di inizio secolo di Max Klinger,
Max Slevogt, Lovis Corinth, Emil Nolde e altri. Una delle
stampe rinvenute nel tesoro d’arte di Schwabing – Ceneri di
Edvard Munch, una litografia del 1899 – reca il sigillo rosso di
Heinrich Stinnes, un logo con le iniziali H e S. Dopo la morte di
Stinnes, nel 1932, la collezione verrà messa all’incanto pezzo
dopo pezzo dagli eredi a Berlino, Lipsia e Berna. È possibile
che Gurlitt abbia comprato la litografia a una di queste aste.
Anche Curt Emmrich, compagno d’armi di Hildebrand Gurlitt
sul fronte occidentale, scrive regolarmente articoli per la pagina
culturale della «Deutsche Allgemeine Zeitung», della cui
redazione è entrato a far parte dopo la guerra anche Paul
Fechter. È attraverso di lui probabilmente che i due finiscono
alla DAZ. Qui Gurlitt conosce anche Bruno E. Werner, un
giornalista e scrittore liberalconservatore. Principale interesse di
Werner quale critico d’arte è l’Espressionismo, in particolare la
Nuova oggettività, ma anche il Bauhaus. La DAZ, di tendenze
filogovernative, si schiera dalla parte delle avanguardie, prima
tra tutte l’Espressionismo, e del loro finanziamento pubblico.
Sia Werner sia Gurlitt continueranno a lavorare per il
quotidiano anche dopo il 1933. Articoli d’arte a firma dell’uno o
dell’altro in favore dell’arte moderna continueranno a uscire
almeno fino al 1935. Per le leggi razziali di Norimberga Werner
però è “mezzo ebreo” e dovrà a scendere a compromessi con il
gusto artistico dominante dei nazionalsocialisti. A ottobre del
1933 sarà tra gli ottantotto scrittori firmatari di una
“Proclamazione di fedeltà” a Adolf Hitler. Ciononostante
131