Page 132 - Il mercante d'arte di Hitler
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Werner, nella sua attività pubblicistica, continuerà a spendersi

                per Barlach, Schmidt-Rottluff, Macke, Kirchner e Heckel. Il 25

                luglio  1937,  sulla  DAZ,  comparirà  un  articolo  anonimo,
                probabilmente  opera  della  sua  penna,  in  cui  si  descrive  una

                visita  alla  Mostra  di  arte  degenerata  a  Monaco.  Ai  fini  della

                ricerca, l’articolo, che elenca in tono neutrale le singole opere e

                i loro musei di provenienza, rappresenterà fino agli scorsi anni

                Ottanta  inoltrati  un  documento  importantissimo  per  la
                ricostruzione della mostra. Ma all’epoca della sua apparizione,

                l’elenco sarà letto come una “lista nera”. I curatori del museo

                tenteranno  inizialmente  di  adeguarsi  in  base  a  ciò  che  i

                nazionalsocialisti hanno messo al bando o meno.

                   Nel 1938 Werner sarà costretto a lasciare la redazione della
                DAZ.  L’amicizia  tra  lui  e  Gurlitt  durerà  fino  alla  morte  di

                quest’ultimo,  i  due  rimarranno  confidenti.  Al  termine  della

                Seconda  guerra  mondiale,  riprenderanno  a  scriversi;  dal  loro

                scambio epistolare emerge come Werner fosse a conoscenza dei

                luoghi vicino a Dresda in cui Gurlitt aveva messo al sicuro la
                propria collezione. A partire dal 1952 lo scrittore d’arte lavorerà

                come  addetto  culturale  e  consigliere  presso  l’Ambasciata  di

                Washington.  Gurlitt  vi  si  rivolgerà  nel  1955,  quando  dovrà

                spedire  in  viaggio  per  una  mostra  negli  Stati  Uniti  una  parte

                consistente  delle  proprie  stampe  espressioniste.  Poco  tempo

                dopo  Werner  organizzerà  una  grande  mostra  di  espressionisti
                tedeschi  al  Museum  of  Modern  Art  di  New  York.  Anche  al

                termine della guerra i due continueranno a adoperarsi a favore

                dell’Espressionismo, vedendo in esso, come già all’inizio della

                Repubblica di Weimar, un’opportunità per ridare alla Germania

                un’immagine  positiva  all’estero,  come  nazione  portatrice  di
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                cultura .




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