Page 121 - Il mercante d'arte di Hitler
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Museo di Zwickau”, scatenato dalla sua politica progressista
nelle acquisizioni.
Ma non solo i musei delle grandi città si lanciano con
coraggio in nuove imprese. Dopo i loro primi passi, seguono
anche le città più piccole: Kiel, Lubecca, Altenburg, Erfurt. Il
nuovo panorama museale si distingue per una grande varietà,
ciascuno con propri punti di forza basati su specificità regionali.
Nonostante la dura resistenza, la storia dell’arte moderna
procede lentamente verso il proprio successo e, sotto il motto
“Unità nella pluralità” la Germania assume una nuova,
trasformata identità culturale.
L’impegno politico di un aspirante storico dell’arte
Durante gli anni degli studi Hildebrand Gurlitt non ha solo
assistito alla progressiva apertura dei musei a una più ampia
popolazione; è anche entrato in contatto con l’ambizione di
molti artisti che aspirano a poter agire indirettamente a livello
politico e ciò non l’ha lasciato indifferente. A Francoforte ha
seguito gli eventi politici ancora più che altro da distante: «Quel
che so di politica lo leggo, come te, dai quotidiani (a proposito,
ho votato il Partito popolare democratico)», scrive Hildebrand
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al fratello nel febbraio 1919 . E tuttavia comincia a dedicarvisi
via via con maggior interesse. Con il tempo lo studente si sposta
sempre più a sinistra, verso il partito di governo: «Penso dunque
che la cosa migliore sia rimanere fedeli al governo, ossia
socialdemocratici, perché se anche non diano grandi barlumi di
speranza i vari Ebert o Scheidemann, non c’è una migliore
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alternativa» . Una volta a Berlino Hildebrand comincia a farsi
coinvolgere maggiormente dagli avvenimenti della politica. Le
lezioni di Alois Riehl lo interessano molto più che quelle di
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