Page 119 - Il mercante d'arte di Hitler
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visitatori del museo fino a quel momento, ma di guadagnare
anche gli ambienti distanti dal mondo dell’arte. In tal senso Justi
si trova in linea con la nuova politica. Hildebrand Gurlitt segue
queste attività con grande attenzione. Gli stessi artisti presentati
da Justi, come pure le medesime attività di accompagnamento si
ritroveranno più tardi anche da lui, a Zwickau, ad Amburgo o
ancora a Düsseldorf. Il nostro giovane studente di storia
dell’arte non era presente, certo, all’apertura della nuova
dependance nel Kronprinzenpalais il 4 agosto 1919, all’epoca
studiava ancora a Francoforte. Ad agosto del 1919, tuttavia, è
venuto spesso a Berlino, dovendo occuparsi dell’eredità della
sorella Cornelia, che proprio il giorno dell’inaugurazione si è
tolta la vita. Ma con il trasferimento a Berlino a gennaio del
1920 può seguire direttamente gli ulteriori sviluppi del
Kronprinzenpalais, come le successive acquisizioni del direttore
che condurranno a duri scontri, fino alla cosiddetta “guerra dei
musei di Berlino”, che a partire dal 1921 vede opporsi Justi e il
critico d’arte Karl Scheffler, strenuo difensore degli
impressionisti. Il modello berlinese di Justi è da stimolo alla
riforma museale in Germania. Quel vincolo ai valori tradizionali
fino ad allora stabilito dall’imperatore si allenta in tutto il Paese.
Finalmente la via alle sacre sale dei musei è libera per l’arte
moderna. E una nuova generazione di direttori museali e loro
collaboratori, che come Hildebrand Gurlitt sono stati educati
all’ombra della riforma pedagogica dell’arte di Alfred
Lichtwark, è pronta a entrare in azione. Prima di trasferirsi a
Berlino, Hildebrand Gurlitt ha seguito a Francoforte anche i
seminari di Georg Swarzenski, che lavora all’Istituto d’arte
Städel ed è anche lui un alfiere della modernità. Swarzenski
procura al museo opere di Franz Marc, Willi Baumeister e Max
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