Page 120 - Il mercante d'arte di Hitler
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Beckmann,  questi  ultimi  insegnano  inoltre  alla  Scuola  Städel.

                Con  Beckmann  in  particolare  il  curatore  stringe  una  solida

                amicizia e da lui acquisterà complessivamente tredici dipinti. A
                partire  dal  1923  Gustav  Hartlaub  acquisirà,  in  qualità  di

                direttore  della  Kunsthalle  di  Mannheim,  importanti  opere  di

                Dix, Grosz e Beckmann e si spenderà per la Nuova oggettività.

                Nell’estate del 1922 Gurlitt spera di poter lavorare al Museo di

                Mannheim come assistente di Hartlaub e potergli succedere, una
                volta  che  questi  abbia  lasciato  il  posto  di  direttore.  Ma  i  suoi

                piani falliscono. Anche il Museo d’arte di Essen rappresenta in

                quegli anni un covo per i modernisti. Ernst Gosebruch acquista

                per la collezione del museo opere di Chagall, Derain, van Gogh,

                von  Heckel,  Kirchner,  Lehmbruck,  Macke,  Mueller,  Nolde,
                Pechstein  e  Schmidt-Rottluff.  Il  gran  colpo  lo  mette  a  segno

                però  quando,  nel  1921,  riesce  a  rilevare  la  collezione  del

                mecenate Karl Ernst Osthaus di Hagen, a seguito della quale la

                sede  di  Essen  cambiò  il  proprio  nome  in  Folkwang  Museum.

                Tra  i  maggiori  pionieri  in  ambito  museale  vi  è  anche  Max
                Sauerlandt, che dal 1908 è alla direzione del Museo civico di

                arti e artigianato di Halle e tenta di spostarne il focus sull’arte

                contemporanea. Nel 1913 ha acquistato L’ultima cena di Emil

                Nolde,  destando  scalpore.  Nel  1919  Sauerlandt  è  passato  al

                Museo di arti e mestieri di Amburgo, dove ha portato al nuovo

                istituto lavori importanti di Kirchner, Nolde e Schmidt-Rottluff.
                Sebbene  in  quanto  studente  Gurlitt  possa  seguire  solo  da

                lontano l’operato di questi direttori, molto presto avrà modo di

                rapportarvisi  alla  pari  in  qualità  di  direttore  del  Museo  di

                Zwickau.  E,  anzi,  tra  i  suoi  futuri  colleghi  si  renderà  celebre

                come paladino della riforma museale per il noto “scandalo del







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