Page 97 - Papaveri e papere
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Silvio Berlusconi!



            Cosi  almeno  la  pensa  il  compassato  Financial  Times,  che  quando  si

            tratta di politici italiani — di qualsiasi tendenza — è pronto come mai ad
            arricciare il naso. Uniti nell’aristocratico disdegno giornalisti e lettori del
            quotidiano  britannico.  Nella  rubrica  delle  lettere,  il  5  gennaio  2009
            compare a firma di Jussi Tanner, da Rauma, Finlandia, la seguente breve

            missiva che vai la pena riportare: «Nel suo delizioso articolo ‘In Spagna
            la gaffe è ora una forma d’arte’, Victor Mallet sostiene che ‘la Spagna è
            ora in gara con la Casa Bianca e Buckingham Palace per la leadership

            nell’arte della gaffe’. La competizione fra i tre è certamente notevole. Ma
            la  leadership  mondiale?  Certamente  il  romano  Palazzo  Chigi  non  ha
            confronti».

            Silvio Berlusconi campione del mondo della gaffe?

            Prima di occuparci di lui, soffermiamoci su qualche altro concorrente al

            titolo. A cominciare proprio dalla Spagna citata dal foglio della City.

            Non a torto il corrispondente del FT sistema per primi i reali di Madrid.
            La regina Sofia non solo condivide col principe Filippo di Edimburgo la
            discendenza  dalla  stessa  famiglia  reale  greca,  ma  evidentemente  pure

            una  cromosomica  tendenza  al  passo  falso.  Gli  spagnoli  non  le
            perdonano  la  violazione  della  neutralità  politica  a  cui  la  Corona  è
            tenuta.  Sofia  invece  ha  attaccato  l’aborto,  le  leggi  zapateriste  sui

            matrimoni  gay,  e  anche  Bush  junior  per  aver  condotto  «guerre  di
            vendetta e distruzione» in Iraq e Afghanistan. Si è arrabbiato perfino il
            marito, re Juan Carlos, ma anche lui ha commesso scivoloni clamorosi.
            Soprattutto  si  è  fidato,  sia  pure  di  chi  in  effetti  avrebbe  dovuto

            garantirgli affidabilità assoluta: il suo confessore. E invece, mal gliene
            incolse.  Sono  infatti  usciti  postumi  i  diari  del  sant’uomo,  dai  quali  si
            apprende,  tra  l’altro,  che  Sua  Maestà  apprezzava  molto  il  leader

            socialista Felipe Gonzàlez, e odiava invece il conservatore José Maria
            Aznar. In buona compagnia, per la verità, visto il caratteraccio dell’ex
            primo ministro popolare. Alla presentazione di un suo libro, Aznar non
            ha gradito la domanda della giornalista Marta Nebot: così, dopo averle

            firmato  una  copia,  le  ha  restituito  la  penna  infilandogliela  nella
            scollatura.

            Inciampano, ahi loro, nei microfoni accesi tanto José Luis Zapatero «occhi
            di bambi» quanto il suo rivale Mariano Rajoy, leader del Partito popolare.
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