Page 101 - Papaveri e papere
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Anche i tribunali non scherzano…
E la Giustizia? Eccola avanzarsi solenne. «Il testimone Topolino è pregato
di comparire innanzi al Tribunale il 7 dicembre.» E non da solo. Sono
convocati anche «i signori Titti, Paperino, Paperina innanzi al giudice
monocratico» per deporre «quali testi nel procedimento penale 6342/05».
Uno scherzo? nemmeno per idea. Nel dicembre 2007 la prescritta
relazione di notifica dell’Ufficio notifiche atti giudiziari di Milano attesta
letteralmente: «lo ufficiale giudiziario, richiesto come in atti, ho per ogni
legale effetto notificato l’atto che precede a: Titti, Paperina, Paperino,
Topolino».
Chiedo scusa per le innumerevoli ripetizioni ma questo, notoriamente, è il
burocratese, e qui ci troviamo dinanzi a uno degli esempi più ridicoli. Un
cinese è accusato dalla Procura di Napoli di aver contraffatto giochi e
autoadesivi con le immagini più celebri dei fumetti. In questi casi, la prassi
è di convocare anche il legale dell’azienda danneggiata, per avere
conferma che la contraffazione riguardi proprio quel marchio. Il
cancelliere napoletano legge a volo e trascrive meccanicamente, di suo
pugno, i primi nomi rimastigli impressi nella memoria. Il resto lo fa la
burocrazia. L’incartamento manoscritto viene inviato a Milano, qui è
battuto a macchina e passato per la notifica «a mani dell’Ufficiale
giudiziario», incaricato di consegnarlo allo studio legale milanese che
patrocina Walt Disney e Warner Bros. Nella trafila, nessuno che si soffermi
nemmeno per un momento a riflettere.
Non ci pensa su troppo nemmeno il giudice di Palermo Bruno Fasciana,
quando allontana seccato dalla sua aula, nella seconda sezione del
Tribunale, la bambina di colore che arriva a malapena alla balaustra. Per
legge, come si sa, i bimbi non possono entrare nelle aule di giustizia. Il
guaio è che quella scacciata bruscamente è una ragazza di diciassette anni,
affetta da nanismo. E per colmo di sfortuna, non si trovava là a curiosare
ma precisamente come «persona offesa». In questo caso, doppiamente.
Chi ha messo il reggiseno al Tiepolo?
Ed eccoci infine arrivati a Palazzo Chigi. Dove, ahimè, tutto congiura a
dare man forte al pregiudizio dei perfidi inglesi sul primato
berlusconiano. Anzi, pare quasi che ad accogliere il visitatore la gaffe si
sia fatta carne e sangue, forma e colore. Parliamo infatti di un quadro,
anzi il quadro che Berlusconi ha voluto come sfondo alle conferenze
stampa del governo, al piano terra della vecchia residenza principesca.