Page 106 - Papaveri e papere
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boicottaggio annunciato di vini e oli italiani da parte dei consumatori
finnici. Ha fatto fortuna invece la ditta alimentare finlandese che ha
lanciato la «pizza Berlusconi», invitando gli inviperiti connazionali ad
addentarla.
Anche i cinesi, d’altro canto, trovarono da ridire quando il premier attribuì
loro certe presunte abitudini alimentari, e non solo: «Mi accusano di aver
detto che i comunisti mangiano i bambini. Be’, leggetevi il libro nero del
comunismo, e scoprirete che nella Cina di Mao i comunisti non
mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi».
Signorilmente, il ministero degli Affari esteri di Pechino si limitò a
definire queste affermazioni «infondate» e a dirsene «contrariato».
Battute, gag, gaffe, scherzi adolescenziali, come il «cucù» strillato da
dietro una colonna alla sbalordita Angela Merkel sbarcata a Trieste: il
Cavaliere (che è ormai il decano degli statisti occidentali) ha creato una
dimensione politica che spinge all’estremo la spettacolarizzazione della
vita pubblica. Con il risultato che, come scrive su Time Jeff Israely,
«nobody can call him boring», nessuno può chiamarlo noioso. Ma certo
non a tutti piace, sebbene a volte risulti fastidioso pure il tono
sussiegoso e tar- tufesco di qualche reazione. Per i critici l’interrogativo
è quello sintetizzato da Sergio Romano nella risposta a un’indignata
lettrice del Corriere della Sera: «È giusto che un uomo di Stato si
comporti come un venditore di pubblicità e un impresario della
comunicazione?» Chi se lo chiede, è già convinto del no.
Pollice verso, si sa, dall’inglese Economist, che dopo averlo a più
riprese definito «unfit to rule», inadatto a governare, nel febbraio 2009
lo ritrae in copertina come un cameriere al tavolo dei Tre Grandi (Regno
Unito, Francia e Germania): anche questa un po’ «volgare», no? Pollice
verso anche dalle due deputate del PD, Anna Paola Concia e Donata
Gottardi, che lo hanno denunciato alla Corte europea di Strasburgo
proprio per le sue battute giudicate sprezzanti «per la vita e la dignità
delle donne». E pollice verso, infine, pure dalla tv francese Canal Plus,
che aveva voluto consegnare virtualmente al premier «l’Oscar della
volgarità» (e dagli…). La levata di scudi gallica è nata dalla conferenza
stampa con Sarkozy a Roma, nel febbraio 2009. Berlusconi avrebbe
detto sottovoce al collega francese: «Moi, je t’ai donné la tua donna».
Ma in realtà, questa è solo una ricostruzione del labiale, mentre Palazzo
Chigi giura che il Cavaliere ha detto tutt’altro: «Tu sais que j’ai étudié à
la Sorbonne…» sai che ho studiato alla Sorbona. Qual è la verità?