Page 105 - Papaveri e papere
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il  signor  Berlusconi  in  passato  deve  aver  fatto  esperienza  con  donne
            anche più rapide di questa: con due salti ha raggiunto la ragazza e ha

            iniziato spudoratamente a baciarla in faccia.»

            Se  ne  astenne  invece  in  Italia  con  la  giovane  e  bella  reporter  russa  che
            scoppiò  in  lacrime,  dopo  aver  chiesto  a  Putin  se  avesse  una  relazione
            extraconiugale: mentre la mascella del padrone del Cremlino si irrigidiva,

            il nostro primo ministro mimò il gesto di imbracciare un mitra e far partire
            una  sventagliata.  Ovviamente  scherzava,  ma  considerato  il  numero  di
            giornalisti ammazzati a Mosca, si capisce il pianto della collega.

            Durante  un’altra  visita  al  Cremlino,  Berlusconi  pronuncia  la  battuta  su

            Obama  destinata  a  fare  il  giro  del  mondo,  e  a  restare  forse  la  sua  più
            famosa.  Il  nuovo  presidente  americano?  «Bello  e  abbronzato».  Insorge
            l’opposizione in Italia e il «politicamente corretto» nel mondo, e il premier
            s’inalbera: io scherzavo, ma «qualcuno vuol prendere la laurea del cogl…»


            «Enormemente  gonfiata  dalla  sinistra»,  sostenne  Berlusconi,  pure  la
            rispostaccia data qualche anno prima, in pieno Parlamento europeo, al
            capogruppo socialista Martin Schulz: «So che in Italia c’è un produttore
            che  gira  un  film  sui  lager  nazisti,  la  suggerirò  per  il  ruolo  di  kapò».

            Volevo solo allentare la tensione, disse poi, «gli italiani sanno scherzare
            sulle  tragedie  per  superarle…»  Nello  stesso  spirito,  evidentemente,  la
            risposta offerta nel 1997 a Yasser Arafat: «Mi ha chiesto di dargli una tv

            per la Striscia di Gaza. Gli manderò Striscia la notizia».

            Sul cibo Berlusconi si mostra particolarmente sensibile, ritenendo la nostra
            —  come,  a  torto  o  a  ragione,  quasi  ogni  italiano  —  la  migliore  cucina
            possibile. Rimpasto? gli chiedono. «Non mi occupo di paste alimentari…

            Poi, dopo la visita in Arabia Saudita, mangio solo riso in bianco.» Se la
            presero  i  sauditi,  ma  niente  in  confronto  a  come  reagirono  nel  2005  i
            finlandesi,  colpevoli  (effettivamente…)  di  contendere  all’Italia  la  sede
            dell’Autorità  Europea  per  la  Sicurezza  Alimentare:  «Parma  sì  che  è

            sinonimo di buona cucina mentre i finlandesi non sanno nemmeno cos’è il
            prosciutto. Come si può pensare di collocare questa agenzia in un Paese
            che  forse  va  molto  fiero  della  renna  marinata  o  del  pesce  baltico  con

            polenta?»

            Fin qui passi, ma l’incidente diplomatico è scoppiato quando ha aggiunto
            che per portare a Parma il sospirato organismo europeo «ho rispolverato le
            mie  doti  di  playboy  con  la  presidente  finlandese  Tarja  Halonen».

            Immediata  convocazione  dell’ambasciatore  italiano  a  Helsinki  e
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