Page 102 - Papaveri e papere
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Si tratta di una riproduzione del celebre dipinto di Giambattista Tiepolo:
La Verità svelata dal Tempo.
Svelata? Ma nemmeno per sogno. Quando appare in sala stampa, un
robusto reggiseno cela quella «nudità» che il Tiepolo aveva concepito
come attributo essenziale del Vero. Mezza Italia insorge, guidata dai
sovrintendenti delle maggiori gallerie, compresa perfino quella Vaticana.
Ma come, non fu Daniele da Volterra, poi soprannominato il Braghettone,
a metter le mutande alle anime nude della Cappella Sistina? «Appunto»,
sospira il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, «è successo in un
momento di oscuramento. Se qui dentro ci sono tante opere senza veli, è
perché la nudità rappresenta la verità. Chi ha ritoccato quella riproduzione
dimostra di non essere intelligente.» Il responsabile rimarrà per sempre
avvolto nell’anonimato (per sua fortuna). Ma perfino un berlusconiano
della prima ora come il presidente del Veneto Giancarlo Galan ne chiede la
punizione e grida all’offesa inferta «a uno dei più grandi pittori della
libertà». Quanto all’opposizione, ritiene che il Tiepolo censurato
rappresenti un’implicita conferma dell’allergia berlusconiana alla verità,
anche solo su tela.
Insomma, non c’è dubbio che, come s’è visto nella precedente
carrellata, i concorrenti di Berlusconi al titolo sono parecchi e
agguerriti. Però è vero che il nostro premier si trova – come scrive il
Financial Times – «in a league of its own», in una categoria a parte.
Perché Berlusconi le gaffe non cerca di evitarle ma le corteggia, le
provoca, le usa politicamente come nessun altro leader italiano prima di
lui (e forse nemmeno straniero). Per questo, la lista dei suoi faux pas è
lunghissima, e tocca tutti i terreni. A seconda che le boutades siano in
qualche modo destinate all’opinione pubblica interna o a quella
forestiera.
L’argomento donne è uno dei suoi preferiti. Nonostante scateni un
terremoto ogni volta che lo sfiora. Impedire gli stupri? «Dovremmo
avere tanti soldati quante sono le belle donne», dice dopo l’ondata di
violenze sessuali di quest’inverno, e vuole probabilmente rendere un
omaggio galante alle italiane, se possibile alleggerire l’angoscia dei
crimini, ma non realizza che la frase invece suona offensiva, in stridente
contrasto con la mentalità e la sensibilità contemporanea (non fino al
punto però di alienargli il voto femminile…). Agli occhi degli inviati
stranieri, il «politicamente corretto» – dogma indiscusso nei loro Paesi
– appare costantemente oltraggiato nella retorica berlusconiana.