Page 75 - Papaveri e papere
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con  le  signore  italiane,  anche  se  stavolta  il  lutto  non  c’entra:
            nell’ottobre  del  2008  ribattezzano  la  consorte  del  presidente  Sarlcozy

            «Cécilia Bruni-Sarkozy», mischiando i nomi delle due dame.  Seguono
            scuse in prima a Carla, a Cécilia, al presidente, ai lettori…)

            Se  pensate  che  l’autorevole  giornalismo  anglosassone  sia  più  cauto  e
            ponderato di noi eccitabili mediterranei, vi sbagliate. Il 26 gennaio 1999

            la rete televisiva NBC annuncia all’America che il grande campione di
            baseball Joe Di Maggio, secondo marito di Marilyn Monroe, è  appena
            spirato nella sua casa in Florida, all’età di ottantaquattro anni. Il diretto

            interessato  ne  viene  a  conoscenza  mentre  guarda  in  tv  il  film  Sfida
            all’OK Corral e, compiuti i rituali gesti apotropaici, commenta: «Non
            mi  ero  reso  conto  di  essere  in  Paradiso».  Si  consola  comunque

            apprendendo  che  la  stessa  NBC  un  anno  prima  aveva  dato  per  morto
            Frank Sinatra con due  mesi di anticipo, e spacciato Bob Hope almeno
            un paio di volte.

            Anche  di  peggio  hanno  fatto  i  colleghi  giapponesi,  col  rischio  di
            provocare  una  crisi  istituzionale.  Il  26  settembre  1988  il  quotidiano

            Mainichi Daily News, versione inglese di uno dei maggiori giornali di
            Tokyo,  esce  con  un  editoriale  di  commento  alla  morte  dell’ottanta-
            settenne imperatore Hirohito, malato da tempo: «Una nazione sconvolta

            dal dolore», è il titolo dell’editoriale- necrologio. Che è subito rilanciato
            da  tutte  le  agenzie  di  stampa  prima  che  il  giornale  venga
            precipitosamente  ritirato  dalle  edicole  e  sostituito  da  una  seconda

            edizione,  che  in  prima  pagina  chiede  scusa  a  caratteri  cubitali.
            L’imperatore è malandato ma ancora vivo, e a spedirlo anzitempo tra i
            suoi  antenati  è  stata  una  svista  nell’uso  del  computer  per  la
            fotocomposizione.  Insomma,  è  bastato  premere  un  tasto  sbagliato  per

            mandare in pagina il commento preconfezionato.

            Stesso  errore  commesso  nell’agosto  2008  dal  redattore  dell’agenzia
            Bloomberg che ha spedito in rete il «coccodrillo» (già pronto, come per
            tutte le celebrità) di Steve Jobs, il fondatore della Apple. Costernazione tra

            i milioni di suoi fan prima che Bloomberg ammetta l’errore in tempo reale
            e chieda scusa. Curiosamente, il necrologio si apriva con le parole: «Ha
            aiutato  a  rendere  facili  da  usare  i  computer».  Forse  troppo,  visto  il

            risultato?

            Sempre in ossequio alla fretta, l’agenzia Nuova Cina, nel settembre 2008,
            fa  partire  sul  web  la  terza  missione  umana  cinese  nello  spazio  con
            parecchie ore d’anticipo sul lancio effettivo. Non basta, pubblica anche il
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