Page 66 - Papaveri e papere
P. 66
connazionale Frida Òstberg. La condanna, definitiva, è una vignetta che lo
ritrae circondato da calciatrici in topless.
Per chiudere, giusto un’occhiata ai presidenti di casa nostra.
Indimenticabile il vecchio Costantino Rozzi: «Siamo rimasti in pochi a
parlare tagliano». E infatti, lapidario il patron della Lazio, Sergio
Cragnotti: «I tifosi faccino quello che vogliono ma devono
abbonamentarsi». Antonio Matarrese, allora presidente FIGC, da uomo
devoto elogiò così i duri allenamenti imposti da Sacchi alla nazionale:
«Corse la mattina alle sette, piegamenti, genuflessioni…» Angelo
Massimino, presidente del Catania, annunciò che i tifosi avrebbero
seguito la squadra ovunque, e «con tutti i mezzi a disposizione come
pullman, treni e voli charleston» (forse charter?). E infine, i fuochi
d’artificio di Edmeo Lugaresi, presidente del Cesena, al termine della
campagna acquisti: «Abbiamo messo una checca sulla torta della nostra
squadra».
Come ammoniva il poeta, solo il silenzio è grande, tutto il resto è nulla.
Così coIti, geniali…
E anche sordi e ciechi!
I letterati, o meglio gli intellettuali in genere, forniscono la migliore prova
che il peccato originale non ha nulla a che vedere con la lussuria, ma
piuttosto con l'invidia.
Dacché è nata la critica, un'attività collaterale dell'uomo di cultura è
sempre stata infatti quella di stroncare la concorrenza. Dei contemporanei,
ma pure degli antichi.
Per questa categoria speciale di esseri umani, la gaffe non consiste
ovviamente in uno scivolone linguistico ma piuttosto in un accecamento
di senso, in un repentino autoobliterarsi dell'intelligenza. Quando un
genio musicale come Ciaikovskij ne definisce un altro come Brahms
«un bastardo senza talento», e la sua musica «roba caotica e secca», che
cosa se ne può concludere? Semplicemente che la storia delle note è