Page 61 - Papaveri e papere
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villa sugli alberi alle porte di Mosca: sebbene le pantere, di solito, mal
            si adattino al gelo. Si può immaginare che, una volta nel regno di Punti,

            Naomi  si  darà  da  fare  per  li  beare  i  prigionieri  politici  e  alleviare  la
            miseria  di  tre  quarti  dei  russi?  Illusi.  Lei  ha  puntualizzato:  «Per  me
            sfilare  è  qualcosa  che  faccio  per  i  neri  in  generale».  I  russi,  ahi  loro,

            sono terribilmente pallidi.

            Ma la campionessa assoluta di questa categoria di insostenibili pesi leggeri
            è ovviamente Victoria Adams, in arte «Posa», maritata Becchime. Un vero
            genio dell’apparire. Non è bella, non è brava, non ha voce. Non ha nulla. A

            parte  un  marito  icona  e  un  ego  gigantesco.  Bastano  queste  «doti»  a
            macinare palate di soldi e a figurare nel pantheon delle moderne celebrità?
            Evidentemente  sì.  D’altro  canto,  gran  parte  dei  protagonisti  delle  riviste

            patinate, dall’America alla vecchia Europa, campano proprio sulle imprese
            di portieri e centravanti, rugbisti e cestisti ansiosi di scambiare il campo di
            gioco  per  il  letto  molto  paparazzo  di  veline  e  letterine,  subrettine  e
            canterine. Com’era appunto la nostra «Posa» negli anni d’oro delle Apice

            Girli.  Quand’erano  in  gruppo,  nessuno  s’accorgeva  della  sua  mancanza
            d’ugola. Sfortunatamente, sciolta la band, lei decise di correre da sola. E al
            suo  esordio  ufficiale  da  solista  (ahimè,  ne  fui  testimone)  in  Inghilterra,

            mentre si chinava a raccogliere il microfono scivolato per terra, la sua voce
            continuò «per magia» a uscire dalle casse. Si era scordata che «cantava» in
            playback.

            Ha smesso, grazie al cielo, ma lei e il marito Davide restano proprio al

            centro di quella zona-cerniera tra sport e showgirl che sembra essere la
            meta  agognata  di  molti  campioni,  ricca  com’è  di  fama  e  soldi.  Un
            territorio dove si fa e si dice di tutto. Non è per partito preso ma come
            tacere anche quest’altra boutade della signora Becchime?


            Era alla settimana milanese della moda, nel gennaio 2008, per assistere
            al defilé dell’amico Roberto Cavalli. Incapace di tenere la bocca chiusa,
            «Posa»  si  lascia  volentieri  intervistare  da  Suzuki  Mendoso,  spietata
            giornalista di moda del‘Herald Tribune. E quale può essere il soggetto

            della  conversazione,  se  non  Davide?  «Sono  davvero  orgogliosa  di
            vedere il suo pene alto sette metri», trilla estasiata Victoria. «E grande,
            smisurato,  enorme,  potente.»  Sta  parlando  ovviamente  del  gigantesco

            poster che campeggia a Milano, in zona Breia, con la foto in mutande
            del  marito  per  la  pubblicità  dell’Emporio  Ramani.  Peccato  che  il
            «dettaglio»  cartellonistica  non  compaia  nella  frase,  e  il  giorno  dopo
            l’intera stampa britannica la sbertuccia per le presunte «dimensioni» del
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