Page 53 - Papaveri e papere
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Magari Giugiaro». Più tardi qualche persona sensata consiglia al cantante
di chiedere scusa, allegando la tensione e l’emozione del momento. Ma la
frittata è fatta, e immagino che esistano scarse probabilità che la regina
d’Inghilterra un giorno lo nomini Sir Eros.
Se pensate di trovare maggiore compostezza e ponderazione al Dorothy
Chandler Pavilion di Los Angeles, dove ogni anno tra febbraio e marzo
viene consegnato il premio più famoso al mondo, vi sbagliate di grosso.
Sul famoso red carpet degli Oscar, ripreso pure nella versione
all’amatriciana della Festa di Roma, accadono cose che voi umani non
potete nemmeno immaginare… Anche se la peggiore, la gaffe davvero
imperdonabile, è ancora appannaggio di un italiano.
L’Oscar col morto e «profumo di Julia»
Col morto, di solito, viene meglio il tressette. Ma quando Paolo Villaggio
se n’è ricordato era ormai imperdonabilmente tardi, in quel lontano marzo
1995. La giuria dell’Academy Award aveva appena deliberato di concedere
un riconoscimento lungamente atteso a quello che era allora il nostro più
grande regista vivente. «Meno male che Fellini è morto», commentò subito
Villaggio, «perché sapere che Antonioni riceverà un Oscar alla carriera
sarebbe stato un dolore per lui.» Niente male, no? In un colpo solo,
sollievo per una morte, ombra sulla grandezza d’animo felliniana, evidente
riserva sul merito del premiato. Altamente inverosimile, il giorno dopo, la
marcia indietro del comico genovese: «Intendevo dire: peccato che Fellini
non ci sia più perché sarei stato felice, e sarebbe stato lieto di consegnare
lui l’Oscar ad Antonioni». Insomma, l’esatto contrario della battuta a
caldo.
A quanto pare, non sempre un grande attore è un uomo generoso, e molto
di rado un vero gentiluomo (o, se una lei, gentildonna). Alla serata degli
Oscar del 1966, poco prima che iniziasse lo show, Lee Marvin (io lo
adoravo) si avvicinò a Rod Steiger, principale rivale come miglior attore
protagonista, e gli sibilò: «Sai perché mi hanno messo a sedere davanti a
te? Perché quando annunceranno il tuo nome, tirerò fuori il mio piede,
inciamperai e cadrai sul tuo culo!»
Ricordate quel magnifico interprete che era Rex Harrison, sullo
schermo il perfetto prototipo del gran signore? Non lo fu certo con la
povera Julie Christie, vincitrice in quel fatidico 1966 per la sua parte in
Darling. Quando la chiamarono sul palco, commossa, emozionatissima,