Page 48 - Papaveri e papere
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il florilegio: «Cerchiamo di capire con i nostri ospiti…»
«Senta, ci dica in poche parole», rivolgendosi a un sordomuto.
«…altrettanto Giaggio Bocca», intendendo naturalmente Giorgio Bocca.
«Qui abbiamo l’agente zero sé sé», anziché «007».
Per finire col sublime annuncio di un incarico sottogovernativo nuovo
di zecca: «Ne parliamo con il sottosegretario agli ospiti».
Il mondo di Luca è sempre molto educato, anche se spesso manifesta
incertezza sulle distinzioni di genere: «Buongiorno al pubblico maschile e
quello femminile, anzi a quello ma…femminile e a quello… femminile».
Delle donne ha molta considerazione. Per esempio, «la Valli ha dato, a mio
giudizio, il meglio di me stessa». E anche con Letizia Moratti Giurato non
ha dubbi: «Lei sa meglio di me che quando si vara la fidanzata, eeer, la
finanziaria…»
Tuttavia, ci sono momenti in cui l’altra metà del cielo gli appare in una
luce meno favorevole: «Io posso avere moltissimi difetti, ma non sono una
donna!» si ribella una mattina prima del caffè.
Giurato inciampa sulla «prostita» — ovvero la prostata — e su «la
Spalla» (anziché la Stampa), legge notizie «a fongio tagina» (a fondo
pagina) e rievoca commosso «la caduta del Mudo li Merlino», che
sarebbe il Muro di Berlino. Annuncia orripilato l’esistenza di
«quattromila kamikazzi», e conferma, a chi ne dubitasse, che «l’arte
non è acqua». Giustifica «una bella ramanzina» ai giocatori ed esalta
«la parsimonia, l’afrogualità» (immagino si tratti della frugalità).
A chi di noi, sentendolo, non torna in mente la conoscente che lamenta i
suoi «paté d’animo»? O il piastrellista che propone di usare il marmo «per
la sogliola della finestra»?
Ma ci sono momenti in cui la versatilità gaffesca di Luca evoca il teatro
dell’assurdo. Vorrei chiudere il breve estratto della sua epopea televisiva
con questa scenetta, che vede in studio Giurato, la collega di conduzione
Roberta Capua, un uomo e un cane: Giurato: «Il cane Giorgio…»
Capua: «No, non si chiama Giorgio il cane».
Giurato: «Sì, si chiama Giorgio».
Ospite: «No, io sono Giorgio, il cane è Lampino».
Giurato: «Ah, lei Giorgio e il cane Lampino… Avevo capito il contrario».
Ditemi voi se questo non è puro Ionesco. Altro che La cantatrice calva!