Page 44 - Papaveri e papere
P. 44
spazzatura. «Stop!» impone giustamente il cameraman. Aspettiamo che la
giovanotta lo depositi fuori campo, e ricomincio. A metà esposizione,
«Stop!» grida di nuovo l’operatore. Mi giro e stavolta la fanciulla sta
spazzando la soglia e il marciapiede alle mie spalle. Impreco sottovoce,
perché il tempo stringe e il satellite non fa sconti, ma è d’obbligo aspettare
che la tipa finisca. Appena posso, riprendo a parlare, ma lei, il mostro,
ricompare dietro di me con spazzolone e secchio d’acqua, e allora non mi
trattengo più: mi parte la parolaccia. E non basta, perché c’è una quarta
interruzione, e a quel punto segue una scena selvaggia, con il vostro
cronista che si strappa il microfono e si abbandona, sia pure a bassa voce, a
giudizi irriferibili sull’attività della sciagurata. Come il nastro sia arrivato a
Milano non lo so (ma sospetto); comunque tutto viene mandato in onda
con qualche pudico «biip» sulle parolacce, e prima del filmato il seguente
commento della coppia Greggio-Iacchetti: «Voi pensate che Caprarica sia
un compassato gentiluomo dallo stile inglese? Ve lo facciamo vedere noi,
chi è veramente…» Ho accettato la figuraccia come una meritata
punizione.
Ma in tv una figuraccia, o un refuso, può perfino far decollare una
carriera. Parola di Simona Ventura, che lo ha confidato qualche anno fa
al settimanale Sorrisi e Canzoni TV on line: «Sarà stato il 1992,
conducevo La Domenica Sportiva e non ero ancora molto pratica di tv.
Tra gli ospiti che dovevo presentare in studio una sera c’era il famoso
pugile Sandro Mazzinghi. Mi confusi e lo chiamai Mazinga, come il
robot del cartone animato. I tre della Gialappa’s Band commentarono la
scena a Mai dire Gol, e si divertirono tanto che mi chiamarono a
lavorare con loro. Doveva essere una prova di tre mesi, invece sono
rimasta. E da lì è cominciata la mia carriera di conduttrice».
Supemike, ovvero «il bello dello strafalcione»
Naturalmente, dire gaffe in tv significa pensare subito a Mike
Bongiorno. L’ha detto o non l’ha detto, il famoso: «Ahi ahi ahi, signora
Longari… Mi è caduta sull’uccello»? Ormai più generazioni di italiani
hanno accettato come una certezza indiscussa l’equivoco ornitologico,
anche se il povero Mike lo ha più volte smentito. Un’accurata ricerca
presso le Teche RAI permette di assicurare che una delle più note gaffe
del dopoguerra italiano è in realtà una leggenda metropolitana. Secondo
una delle versioni tramandate, nella puntata del 16 luglio 1970 del