Page 46 - Papaveri e papere
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domanda su papa Paolo VI, lesse «Paolovi» invece di «Paolo sesto», e
chiese stupito ai suoi famosi «esperti»: «Ma chi sarà questo signor
Paolovi, del quale non ho mai sentito parlare?» Certo, il giovanotto
cresciuto in America tradiva la sua scarsa dimestichezza con gli ordinali
latini. Finché non si decise a studiarli e trasformò Malcolm X,
leggendario leader dei neri americani, in «Malcolm Dieci»…
Attenzione però a non sottovalutare l’astuzia mediatica di Bongiorno, ben
lontana dalla figurina bidimensionale del «mediocre» disegnata nel
pamphlet di Eco (come lo stesso studioso ha riconosciuto anni più tardi).
In realtà, avendo scoperto un’innegabile propensione allo strafalcione,
Mike e i suoi autori ne hanno fatto uno strumento del mestiere: le gaffe
sono diventate una delle sue più riconoscibili caratteristiche di scena. E se,
agli inizi della tv in Italia, la RAI ufficialissima di quegli anni era molto
attenta a diffondere «dirette» senza imprecisioni, con le registrazioni delle
tv commerciali prese piede un uso mirato di sventatezze e svarioni proprio
per fare spettacolo. Al tubo catodico si sostituì, inesorabilmente, il tubo
catatonico: con le note, deprecabili conseguenze sull’intelligenza
nazionale.
Non c’è dubbio che Bongiorno fosse perfettamente consapevole del gioco,
lanciandosi in facili doppi sensi, storpiature di nomi propri o intrusioni
fuori luogo nella vita privata di ospiti e concorrenti. In larga misura,
dunque, gaffe studiate o provocate, ma non per questo meno gustose. A
una signora che telefonando da casa ha vinto un notevole premio in
denaro, Mike non può fare a meno di chiedere: «E suo marito è lì accanto a
lei?» «Veramente, è morto da pochi giorni…» (ma la gaffe non sarà magari
della vedova che ha infranto troppo presto il lutto?).
Il palcoscenico di Sanremo offre al presentatore l’opportunità di battere
tutti i record: di conduzione del Festival, di successo negli ascolti, ma
pure di sciocchezze dette o commesse. Nell’edizione del 1997 non c’è
modo che riesca a dire il nome esatto della canzone di Silvia Salemi,
che da A casa di Luca diventa fatalmente A casa di Lucia. Stesso anno,
stessa amnesia: deve consegnare il premio ai vincitori Jalisse, ma è
chiaro che non ha la minima idea di chi siano, e non realizza di averceli
proprio accanto.
Ma è il medesimo Mike che si mostra bravissimo a superare da finto
stordito un momento di imbarazzo reale. Ancora nel 1997 torna al teatro
Ariston di Sanremo per ritirare l’Oscar tv vinto per i grandi ascolti del
Festival di quell’anno. Emozionato come un debuttante, scende felice dal