Page 39 - Papaveri e papere
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Sull’ultimo appunto si può anche essere d’accordo, come prova gran parte
delle dichiarazioni pubbliche di Sua Altezza. Non c’è dubbio, invece, che
l’intenzione di offendere non ci fosse e, quand’anche ci fosse stata, non
avrebbe raggiunto l’obiettivo, visto che i bambini – appunto – non
potevano sentire.
Ciò non toglie niente alla pericolosità di un principe che pensa di poter
dire qualsiasi cosa gli passi per la testa. Dopo un bel concerto dello
stentoreo Tom Jones, chiese al cantante: «Lei fa i gargarismi con i sassi?»
Più imbarazzante la domanda rivolta all’attrice Cate Blanchett, che l’allora
ottantaseienne duca non aveva riconosciuto: «E lei che fa?» La Blanchett,
con meravigliosa modestia: «Lavoro nell’industria del cinema». Filippo:
«Ah, bene. Sa, a casa abbiamo un apparecchio per i DVD e credo che non
funzioni. C’è un cavo che esce da dietro: lei sa per caso dove deve
andare?»
Fior di psicologi hanno studiato le pulsioni segrete di Filippo. Per giungere
alla conclusione prevalente che la sua ansia di dire la sua su tutto, anche a
prezzo del ridicolo, dipende soprattutto dalla circostanza che nessuno, al
contrario, ha mai chiesto il suo parere su nulla.
Raccontano che appena arrivato a Buckingham Palace, dopo aver sposato
la sua Lilibet nel 1947, il giovane e bell’ufficiale greco-tedesco si fosse
messo in testa di dare una decisa ammodernata allo stile antiquato della
monarchia Windsor. Ma aveva dovuto fare una ritirata dopo l’altra. Gli era
stato fatto capire, nemmeno tanto delicatamente, che il ruolo del principe
consorte è soprattutto in camera da letto, per produrre i sospirati eredi, e
comunque ben lontano dallo studio della regina nonché dai documenti
ufficiali. L’impavido comandante di Marina aveva allora ripiegato sulla
riorganizzazione dei servizi di Palazzo ma anche lì era stato respinto, fino
ad arretrare sulle soglie della cucina (vedete che la conversazione con mia
moglie affondava le radici nel passato…). Ma perfino lì, tra i fornelli, gli
avevano chiarito che non erano affari suoi. Deluso e depresso, al bel
Filippo non era rimasto che tuffare la testa in tutte le gonnelle che
incontrava.
Interesse che non è mai scemato a dispetto dell’inesorabile scorrere degli
anni. A Toronto, in Canada, a un ricevimento per il WWF – il Fondo
mondiale per la natura di cui è presidente onorario — Sua Altezza si
imbatte in una bella giornalista di moda, Serena French, e parte subito
all’attacco: «Allora lei è qui a caccia di gente con la pelliccia di visone».
«Di sicuro nessuno indosserebbe un visone a un party del WWF», ribatte