Page 35 - Papaveri e papere
P. 35
«Non funzionerà mai, con tutti quegli unni, guappi [che saremmo
noi: wops In inglese designa gli immigrati di origine italiana, N.d.A.] e
latini».
Come si vede, l’apertura mentale della nobile signora era alquanto limitata.
Senza confini, invece, quella delle sue tasche. Queen Mom, affezionata al
gin e allo champagne, era di una prodigalità leggendaria. È morta a
centouno anni lasciando una voragine nel suo conto in banca, che è toccato
ovviamente alla sovrana ripianare. La Regina Madre sedeva sul trono
inglese, eppure dichiarava di comprendere i sentimenti antibritannici dei
coloni boeri in Sudafrica: «È qualcosa che proviamo moltissimo anche noi
in Scozia», si lasciò sfuggire una volta.
In politica le sue idee erano molto semplici:
«La miglior cosa è un buon vecchio governo conservatore con una
forte opposizione Labour».
Wally Simpson, che aveva sottratto il cognato Edoardo Vili al suo dovere
di re, era per lei «la feccia della terra». Più generosa con T.5. Eliot, l’autore
della Terra desolata:
«Arrivò questo tizio piuttosto lugubre nel suo abito e si mise a
leggere un poema… Mi pare che si chiamasse II deserto… Prima
cominciarono a ridacchiare le ragazze, poi io e alla fine anche il re».
Ecco, più o meno questo è l’atteggiamento anche del pronipote Harry,
secondogenito di Carlo e Diana, destinato a diventare duca di York (e ce ne
sono già stati ben quattro che hanno preso il posto dei fratelli maggiori sul
trono).
Sorriso strafottente stampato in faccia, ha ammesso di aver fumato
cannabis e di aver bevuto alcolici ancora minorenne, ha dovuto smentire
di aver imbrogliato a un esame scolastico. Ha fatto a pugni con i
fotografi e si è guadagnato seri sospetti di razzismo. Niente rispetto alla
sua «impresa» sul balcone di Buckingham Palace durante la solenne
parata per l’ottantaduesimo genetliaco della nonna regina. A un certo
punto si è sentito un rumore sordo e poi una gran puzza. Il fratello
William, primo ad accorgersi del misfatto, si tappa il naso e scoppia a
ridere, la matrigna Camilla trattiene il respiro e si porta il fazzoletto alle
narici, la sovrana si volta con l’aria severa e una smorfia. Lui, il reprobo
puzzone, si sganascia dal ridere all’idea di aver «avvelenato» l’aria del
Giubileo reale. Solidale soltanto nonno Filippo, che aveva fatto lo
stesso alla parata di due anni prima.