Page 31 - Papaveri e papere
P. 31
irrimediabilmente nel banale o nel ridicolo.
Carlo, sette uova e una parolaccia
Un tempo il mistero della regalità velava la monarchia agli occhi dei
sudditi e rendeva il sovrano una figura sacra e inattingibile. Ma come si fa
oggi, quando la regina apre i saloni di Buckingham Palace a legioni di
cittadini ordinari per dimostrare che l’istituzione è vicina al popolo, anzi lo
rappresenta nella sua interezza? E che tipo di dialogo può mai esserci tra
gente che non si è mai dovuta curare di aprire una porta da sola e la
signora Smith che ha passato la vita dietro lo sportello postale? La gaffe
non può che essere in agguato dietro ogni frase.
La faccenda delle porte è una specie di cartina di tornasole della regalità.
Giacché è legata a quella che gli spettatori hanno sempre ritenuto una
speciale prerogativa dei reali: l’andatura maestosa. Ricordate Anna
Anderson, l’avventuriera polacca che si spacciava per la granduchessa
Anastasia, la figlia minore dello zar Nicola II assassinata dai bolscevichi
con tutta la famiglia? Ebbene, una delle ragioni per cui i seguaci della
Anderson sostenevano la sua pretesa stava proprio nel modo in cui lei
camminava: solo qualcuno allevato a corte – si diceva – poteva aver
acquisito il portamento di una principessa, quel passo dotato di
un’inconfondibile, inimitabile serenità. Lo scrittore Harold Nicolson, per
esempio, riporta estasiato la vista, nel palazzo reale di Madrid, di re
Alfonso XIII e della sua bellissima consorte che «mano nella mano
scivolano attraverso una doppia fila di ambasciatori e Grandi di Spagna
senza uno sguardo né a destra né a sinistra».
Dono di natura? Forse anche, in parte. Ma non va dimenticato che questo
maestoso portamento è soprattutto il risultato di un’intera vita di porte
aperte e lacchè pronti a sistemare la sedia. Insomma, facile guardare
sempre dritto innanzi a te, senza degnare di uno sguardo il mondo
circostante, quando sai che i battenti comunque si apriranno per incanto al
tuo passaggio e una poltrona troverà sempre il tuo fondoschiena… Anche
per questo, il grande drammaturgo George Bernard Shaw avvertiva: «I re
non vengono partoriti: sono il frutto di un’allucinazione artificiale».
Inevitabili equivoci e slittamenti di senso quando questa s’incontra con il
mondo reale. È la pietra focaia che fa scoccare le gaffe dei principi.