Page 36 - Papaveri e papere
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Le ghinee di Giorgio II e la  sella
                                                  del Kaiser Gugliemo



            Di Carlo d’Inghilterra si dice che, al di là dello storico amore per Camilla,

            condivida  la  passione  per  le  donne  manifestata  da  pressoché  tutti  i  suoi
            antenati. Ma a suo merito bisogna riconoscere che non ha mai mostrato di
            condividere  le  convinzioni  sprezzantemente  maschiliste  del  padre.  Sarà
            anche  un  fatto  di  generazioni.  Filippo  sembra  più  in  linea  con  quanto

            pensavano  del  gentil  sesso  i  primi  monarchi  della  dinastia  Hannover,
            importati in Inghilterra dalla Germania a inizio Settecento unicamente per
            la  loro  fede  protestante  (dal  punto  di  vista  del  sangue,  si  calcola  che

            almeno cinquantasette pretendenti avessero più titolo al trono del tedesco
            Giorgio  I).  Dal  primo  al  quarto  Giorgio,  tutti  maniaci  della  copula,  che
            concepivano né più né meno come una partita di caccia: solo, al posto del

            cervo, una donzella da abbattere.

            Leggendaria la volgarità di Giorgio II, particolarmente rozzo con le dame
            d’onore della moglie Carolina, che Le ghinee di Giorgio II e la sella del
            Kaiser  Guglielmo  considerava  alla  stregua  di  un  harem.  Ma  sebbene  la

            moralità della corte hannoveriana fosse decisamente bassa, almeno queste
            ragazze difendevano la propria virtù con una foga inconsueta per quegli
            anni. Tra di loro, Mary Bellenden era descritta come «la più seducente e

            attraente  donna  del  suo  tempo»,  e  non  aveva  alcuna  intenzione  di
            concedersi al vecchio caprone assiso sul trono (saggia, giacché in seguito
            riuscì  a  sposare  il  futuro  duca  di Argyll).  Durante  un  ricevimento  il  re
            riuscì ad appartarsi con la ragazza ma, a dispetto dei suoi ripetuti inviti a

            sedergli  accanto  sul  sofà,  Mary  se  ne  restava  in  piedi  e  a  distanza.  Sua
            Maestà  allora  estrasse  la  borsa  e  cominciò  a  contare,  ammiccando,  le
            ghinee che c’erano dentro. Rossa per l’ira, Mary sollevò un bel piedino e

            con un calcio alla mano del sovrano fece volare via borsa e denaro.

            Stesso  stile,  ma  taccagno,  il  nipote  Edoardo  Augusto,  duca  di  York  e
            fratello  più  giovane  del  sovrano  pazzo  (a  intermittenza)  Giorgio  III.
            Invaghitosi della cortigiana Kitty Fisher – ci fu un vero boom delle case di

            piacere nella Londra georgiana -, dovette promettere alla donna 100 ghinee
            per poter godere dei suoi favori. Il giorno dopo, però, Sua Altezza Reale le
            offrì un assegno di sole 50 sterline, meno della metà della somma pattuita.
            Kitty gli impartì una lezione di stile: spalmò di burro una fetta di pane, ci
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