Page 13 - Papaveri e papere
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Roosevelt morì nel 1945, poco dopo l’inizio del suo quarto mandato. Il
vicepresidente Truman gli subentrò e, fortunatamente per l’America e
quello che allora si chiamava «il mondo libero», manifestò lungimiranza,
determinazione e saldezza di nervi davanti alle decisioni difficili: come
quella di sganciare le prime due atomiche sul Giappone per porre fine al
conflitto nel Pacifico.
Ma, a dispetto di tutto questo, la sua rielezione nella competizione del
1948 sembrava tutt’altro che sicura. Anzi, perfino la sua nomination come
candidato democratico alla presidenza era un’eventualità su. cui pochi
avrebbero scommesso. Così il suo staff si mise alla caccia di ogni possibile
trovata buona ad aumentare le sue chance. L’epoca dell’immagine non era
ancora cominciata, ma a qualcuno parve un’idea di sicuro effetto
scenografico accompagnare l’ingresso di Truman nella sala della
convention nazionale democratica con il rilascio di dozzine di colombe.
Sorpresa ed entusiasmo assicurati, almeno all’inizio. Perché in breve il
colpo di genio si trasformò in un incubo: stremati dal caldo, parecchi degli
sfortunati volatili caddero stecchiti per terra, mentre altri impazziti per il
calore cercavano scampo tuffandosi come kamikaze sulle teste dei
delegati.
Un grossolano errore di calcolo, capace di riverberare una luce di
incompetenza e imprevidenza sul candidato presidente. E certamente un
caso, ma tutti e tre i «vice» che nel secondo dopoguerra hanno dovuto
sostituire — per una ragione o per l’altra — il «principale» alla Casa
Bianca, si sono dimostrati particolarmente inclini ai passi falsi. Di Truman
almeno non si segnalano scivoloni verbali, ma Johnson e Ford, che pure
non furono cattivi presidenti, vedono la loro fama oscurata da uscite da
«imbranati» o da osteria, che hanno deliziato legioni di disegnatori satirici.
Si sapeva che il texano Lyndon B. Johnson, succeduto a John Fitzgerald
Kennedy (assassinato a Dallas il 22 novembre 1963), non era precisamente
il tipo del damerino. Ma il suo linguaggio sboccato e il comportamento
volgare lo resero antipatico quasi quanto la sua testarda guerra in Vietnam.
L’incidente più umiliante, per un signore che si sarebbe semmai dovuto
preoccupare di scolpire frasi per la storia, fu la pubblicazione di una
telefonata personale: era il 9 agosto 1964 e LBJ ordinava delle mutande al
suo fornitore Joe Haggar. Ciò che state per leggere è consigliato a un
pubblico adulto.
«Appena metto su un po’ di peso, questi dannati aggeggi mi salgono su
e mi tagliano proprio lì dove your nuts hang», vale a dire «dove